”Che la verita’ e l’amore vincano sulla menzogna e l’odio”: questo messaggio, seguito da una ‘v’ in segno di vittoria e un cuoricino con cui Vaclav Havel spesso firmava i suoi documenti, potrebbe forse essere il migliore epitaffio per l’ex presidente ceco, morto la notte scorsa nel sonno dopo prolungati problemi di salute, incluso un cancro ai polmoni. Havel, primo presidente della Cecoslovacchia democratica post-comunista, e successivamente della Repubblica Ceca, se ne e’ andato a 75 anni.
. E con la sua morte, il drammaturgo erede di Kafka ha scritto la parola fine al dramma dell’assurdo della sua vita. Una vita spesa fra l’arte, il dissenso e la politica, ma soprattutto nella lotta per la difesa dei diritti umani e civili per la quale ha pagato, durante il regime, con cinque anni di carcere duro nelle galere della Cecoslovacchia comunista. Per una strana coincidenza del destino, l’ultima personalita’ che ha incontrato, una settimana fa, e’ stata proprio la prima che volle invitare a Praga da neo presidente eletto nel 1990: il Dalai Lama. I funerali, secondo una notizia dell’agenzia Ctk non confermata ufficialmente, si terranno questo venerdi’ 23. La sua salma sara’ esposta da mercoledi’ al Castello di Praga. Nato in una famiglia dell’alta borghesia intellettuale, durante il regime non gli fu concesso di studiare teatro come avrebbe voluto. Il 1968, l’anno svolta della Primavera di Praga cui seguirono le repressioni decise dal regime negli anni ’70, segno’ l’inizio del suo impegno di dissidente e attivista, accompagnato da infiniti abusi, arresti, processi farsa, condanne e quasi cinque anni di reclusione. Nel 1977 fu tra i principali autori e firmatari di Charta ’77, il manifesto clandestino anti-regime dei dissidenti cechi per il rispetto dei diritti umani. La svolta del 1989 – la caduta della ‘Cortina di ferro’ in Europa e la ‘Rivoluzione di velluto’ in Cecoslovacchia – segno’ un’ennesima cesura nella vita di Havel: da dissidente clandestino a protagonista della lotta per il rovesciamento del regime comunista alla testa del movimento del Foro Civico, a primo presidente democratico eletto della Cecoslovacchia. Un’autorita’ rispettata e amata in tutto il mondo. In patria invece, soprattutto verso la fine del suo mandato, non sempre capito. ”Dignita’, correttezza, onore, coraggio”, sono gli attributi che, secondo il ministro degli Esteri ceco Karel Schwarzenberg, amico stretto per lunghi anni di Havel, meglio descrivono la sua personalita’. ”Vent’anni fa Havel ha ridato alla gente la speranza e la fede che vale la pena di cambiare per il meglio le cose terrene. Ha riportato la liberta’, la democrazia nel Paese e lo ha ancorato all’Occidente. Per questo merita un grande grazie”, ha detto Alexandr Vondra, ex compagno di lotta nel dissenso e grande amico di Havel, nonche’ attuale ministro della Difesa. Sentito anche il ricordo del presidente Vaclav Klaus, che con Havel aveva un rapporto conflittuale: ”Personalmente nutrivo molto rispetto per Havel sin da quando negli anni ’60 ho avuto la fortuna di conoscerlo. Fu lui a portarmi nel Forum Civico”, prima organizzazione politica durante la Rivoluzione di velluto. “I nostri incontri erano fruttuosi anche se fra di noi c’erano delle polemiche da quando negli anni ’90 ricoprivamo entrambi alte cariche istituzionali” (presidente l’uno premier l’altro), ha dichiarato Klaus, succeduto poi ad Havel nella carica di capo dello Stato. ”Grazie a lui, alla sua personalita’, al suo nome e alla sua opera, la Repubblica ceca si e’ inserita rapidamente tra i paesi democratici”, ha aggiunto Klaus. ”Il decesso diHavel e’ una grande perdita, la sua era una voce importante nella vita sociale e politica del Paese e sarebbe stato bene per tutti noi se avesse potuto continuare ad ascoltarla”, ha dichiarato da parte sua il premier Petr Necas. Decine i messaggi di cordoglio da tutto il mondo, dalle cancellerie europee e anche dalla Casa Bianca, con Barack Obama che si e’ detto anche lui ”ispirato, come milioni di persone in tutto il mondo, dalle sue parole e dalla sua leadership”. La tv ceca ha cambiato il palinsesto e trasmette dirette speciali su Havel. Centinaia di persone si sono radunate spontaneamente questo pomeriggio in Piazza Venceslao, al Castello e in altri punti del centro di Praga per rendere omaggio all’ex presidente, accedendo candele o deponendo fiori. ”Egregio Presidente, grazie della democrazia”, recita una scritta tra le tante candele accese in Via Narodni (Via Nazionale), luogo simbolo della grande manifestazione del 17 novembre 1989 che diede il via alla ‘Rivoluzione di velluto’. Migliaia i messaggi su Facebook e Twitter, compreso uno che cela forse il desiderio inespresso di Havel: ”Presidente, rimarrai vivo per sempre in noi”.