Da Napoli alla Capitale, una intera giornata di mobilitazione a sostegno dell’inserimento dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella “Lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità” con l’atteso via libera della Commissione Italiana Unesco che si riunisce proprio giovedi 26 marzo a Roma. Un appuntamento storico sostenuto dalla consegna di circa 300mila firme raccolte dalla Coldiretti insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio a sostegno della campagna lanciata sulla piattaforma Change.org. La mobilitazione parte la mattina del 26 marzo da Napoli alle 10,00 dall’Antica Pizzeria Brandi, situata su via Chiaia, a pochi metri da piazza del Plebiscito, dalla Galleria Umberto e dal Teatro San Carlo, dove la leggenda vuole che nel giugno 1889 il cuoco Raffaele Esposito fu convocato al Palazzo di Capodimonte, residenza estiva della famiglia reale, perché preparasse per Sua Maestà la Regina Margherita le sue famose pizze. Per onorare la regina d’Italia, Margherita di Savoia, Esposito creò la pizza Margherita, dove i condimenti, pomodoro, mozzarella e basilico, rappresentavano la bandiera italiana. La vera pizza sarà messa a confronto con quella taroccata con “Pomarola” del Brasile, olio “Pompeian” del Maryland e “Zottarella” venduta in Germania, ma anche pelati San Marzano fatti in California, con la presenza tra gli altri del presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, e dell’intera giunta nazionale, del presidente di Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio e del il presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccù. La sfida si sposta nel pomeriggio del 26 marzo nella Capitale a partire dalle ore 16,00 davanti la sede Unesco di Roma in piazza Firenze dove avrà luogo una partecipata manifestazione con dimostrazioni pratiche che evidenziano l’importanza del riconoscimento Unesco.

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