Sale la tensione ad Atene in attesa del referendum che domenica deciderà il destino della Grecia. Un gruppo di circa 300 persone con il volto coperto dai passamontagna ha cercato di forzare un cordone di poliziotti posto all’inizio di via Ermou, che si immette nella centralissima piazza Syntagma dove sta per cominciare una manifestazione a favore dei “no” al referendum.
La polizia ha bloccato gli aggressori esplodendo candelotti lacrimogeni. Le forze dell’ordine hanno poi effettuato un fermo tra gli antagonisti che poco fa hanno cercato di entrare in piazza Syntagma ingaggiando scontri con la polizia. La tv privata Skai ha mostrato le immagini di quattro agenti in tenuta antisommossa che portavano via un uomo tenendolo ognuno per ciascuno dei quattro arti. Tutto calmo invece nel campo del “sì”, davanti all’ingresso dell’antico stadio ateniese dove, secondo la polizia, gli antagonisti erano diretti. Intanto, sul fronte politico, non si fermano gli appelli pro e contro la consultazione. Referendum che si terrà regolarmente dopo che il Consiglio di Stato ha respinto i due ricorsi presentati per bloccare il voto. Ormai si sta consumando una vera e propria guerra di nervi, tesa ad influenzare il voto dei greci. Alexis Tsipras e il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, continuano ad assicurare che, anche in caso di vittoria dei ‘no’, un accordo con i creditori sarà possibile. E anche in tempi relativamente brevi. Il premier greco ha lanciato il suo appello per il ‘no’, garantendo che una bocciatura darebbe ad Atene quella “forza” negoziale che le consentirebbe di strappare un taglio del debito del 30%. Di parere contrario sia il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker – secondo il quale in caso di bocciatura la posizione del Paese sarebbe “drammaticamente indebolita” -, che il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, per il quale la situazione è “notevolmente peggiorata” e, anche in caso di intesa, per gli aiuti “ci vorrà tempo”. I due schieramenti sono scesi in piazza: il fronte del ‘sì’ si è dato appuntamento allo stadio Kallimarmaro (o Panathinaiko), che ospitò le prime olimpiadi moderne, nel centro di Atene. Il complesso è affollatissimo da migliaia di sostenitori del voto favorevole. Sul palco è stato montato un immenso ‘Nai’ (Sì), stessa parola che compare su centinaia di bandierine rosse che sventolano insieme a tantissime bandiere greche. A piazza Syntagma ad Atene, si sono riuniti i contrari alla proposta (già ritirata) dei creditori. Davanti al Parlamento è stato allestito un palco dal quale, dopo le 21 (le 20 in Italia), dovrebbe prendere la parola il primo ministro Alexis Tsipras. Anche sul versante economico, tutto appare appeso al voto di domenica. La liquidità delle banche greche è assicurata fino a lunedì sera, dopo di che tutto dipenderà dalla decisione della Bce che si riunisce lunedì mattina. è quanto è emerso, secondo quanto riferisce il quotidiano To Vima, da una riunione al ministero delle Finanze greco. Nel frattempo, il Fondo Salva stati europeo (Efsf) ha formalizzato il default di Atene anche se il board dell’Istituto ha deciso di aspettare e “non richiedere” ad Atene il “pagamento immediato dei prestiti concessi né di usare il suo diritto ad agire”.