Potenza ha condannato per omicidio preterintenzionale a quattro anni e sei mesi di reclusione (e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni) il maresciallo dei Carabinieri Giovanni Cunsolo, accusato di essere il responsabile della morte, nel 2011, a Buonabitacolo , di Massimo Casalnuovo, di 22 anni, nei pressi di un posto di blocco. Il dispositivo è stato letto oggi, a Potenza, al termine di una camera di consiglio durata circa tre ore: la Procura aveva chiesto una condanna a cinque anni. In primo grado, nel 2013, Cunsolo era stato assolto. Nel Tribunale del capoluogo lucano erano presenti oggi i familiari del giovane e un gruppo di amici, che indossavano una sciarpa in ricordo di Massimo. La sera del 20 agosto del 2011 il ragazzo era a bordo di un motorino quando ha “incrociato” un posto di blocco dei Carabinieri, cadendo poco lontano, dopo averlo oltrepassato. Il giovane morì poco dopo per un trauma toracico. In base una versione dei fatti, Massimo Casalnuovo avrebbe cercato di evitare il posto di blocco, passando però con una ruota sul piede del militare. Secondo altre testimonianze, invece, sarebbe stato proprio il Carabiniere a colpire il motorino con un calcio, causando così lo sbandamento del mezzo e quindi la caduta del giovane. Il difensore di Cunsolo, Renivaldo Lagreca, ha annunciato il ricorso in Cassazione. “La Corte – ha invece spiegato il difensore della famiglia Casalnuovo, Cristian Sandri – ha ristabilito la verità dei fatti”.