Uno contro tutti. Eppure finora Eduardo Indaco è riuscito a mettere nell’angolo il sindaco e i consiglieri di maggioranza. Statuto, regolamento e leggi alla mano il presidente del civico consesso ha bocciato la richiesta di inserire all’ordine del giorno dell’assise fissata per sabato 19 marzo la revoca della delibera consiliare con la quale proprio Indaco nel luglio 2015 fu nominato timoniere dell’assemblea. E di conseguenza ha detto “niet” anche all’inserimento, richiesto dalla maggioranza, del punto riguardante l’elezione del nuovo presidente del consiglio. Il “no” di Indaco è stato motivato tramite due note ufficiali inviate al sindaco Giuseppe Mozzillo e ai consiglieri (che nei giorni scorsi hanno chiesto l’integrazione dell’odg) e per conoscenza al prefetto di Caserta. Due documenti che poggiano la loro solida base su precisi e inequivocabili riferimenti normativi. La richiesta di Mozzillo e dei suoi “boys” non può essere accolta perché – motiva Indaco – “risulta essere palesemente illegittima oltre che contraria alle leggi, allo statuto comunale e al regolamento per il funzionamento del consiglio comunale”. Il “capo” del civico consesso fa inoltre notare che “la delibera di cui si chiede la revoca porta il visto di regolarità tecnica da parte del dott. Francesco Silvestre ex art. 11 dello statuto comunale”. Richiesta respinta su tutti i fronti, dunque. Indaco ha invece accolto, in toto o in parte, l’integrazione dell’odg sugli altri punti. Oltre alla surroga del neo assessore Rosa Minichino (le subentrerà Eleonora Misso), nell’assise di sabato si procederà alla nomina del vicepresidente del consiglio, figura prevista dallo Statuto ma non individuata al momento dell’elezione di Indaco (come mai lo si fa ora?). Poi si tratteranno altri importanti argomenti. Ritorna in aula il bilancio di previsione per la definitiva approvazione dopo le osservazioni del Mef. E finalmente si discuterà dell’interpellanza-interrogazione dei 5 Stelle sull’istituzione del Registro sui roghi tossici (questa sì una cosa seria e urgente). Infine sarà varato il regolamento della fiera settimanale. Per la “dipartita” di Indaco i suoi acerrimi nemici dovranno attendere ancora. E per come si sono messe le cose sperare in un miracolo. L’alternativa alla revoca, che in effetti appare illegittima sotto tutti i profili, è la mozione di sfiducia. Ma servono i due terzi dei voti. Che la maggioranza non possiede. E non racchetterà perché nel frattempo l’opposizione si è schierata con Indaco, o meglio per il rispetto delle regole. Un incubo per Alfonso Di Giorgio, che già pregustava la presidenza del consiglio in base all’accordo sul nuovo esecutivo. L’ambita carica gli sta sfuggendo di mano. Per caso gli andrebbe di diventare vice di Indaco? Nel frattempo quest’ultimo si sta divertendo al punto da sbeffeggiare il primo cittadino. In un’altra nota il presidente dell’assise “interroga” Mozzillo “al fine di chiarire le motivazioni che spingono il Sig. Sindaco di Orta di Atella ad importunare Sua Eccellenza il Prefetto di Caserta, portandolo a conoscenza di questioni ed atti di ordinaria amministrazione, data l’assoluta correttezza e trasparenza dell’operato istituzionale di questa Presidenza. Di tanto – scrive Indaco – mi Scuso personalmente con Sua Eccellenza il Prefetto, che ci legge per conoscenza, e al quale sono costretto a scrivere per ragioni di opportunità”. Insomma sindaco e consiglieri di maggioranza sono con le “scolle in fronte”. Stasera si sono riuniti in conclave per trovare una via d’uscita. Ma non sarà facile. La guerra a colpi di carte bollate si sta rivelando un boomerang. Se fino a pochi giorni fa Indaco era come un eremita ormai ai margini della politica cittadina, “grazie” all’accanimento del primo cittadino e dei suoi accoliti è ritornato “protagonista”. Per la maggioranza è diventato una vera e propria ossessione. Ma l’amministrazione comunale non ha altro cui pensare? Non ci sono questioni più urgenti da affrontare? Se lo chiederanno in tanti. Eppure la crociata contro Indaco da giorni sembra il problema più importante dell’universo mondo. Sarà che ad Orta non ci sono “guai” da risolvere? Forse la cittadina atellana è diventata d’un tratto un’oasi felice. Peccato che non se n’è accorto nessuno.

Mario De Michele

 

 

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