Chiesti otto anni di reclusione per concussione per l’ex primario del Cardarelli, Paolo Iannelli, ortopedico tra i più quotati negli anni scorsi tanto da essere stato al servizio del Napoli di Maradona. Jannelli è accusato di aver “dirottato” i pazienti dal Cardarelli alla sua casa di cura privata, la Villa del Sole, “approttando delle loro condizioni siche precarie, del loro stato di soggezione e di diminuita capacità di discernimento”. Nel blitz della Guardia di Finanza del 2012 gli indagati in tutto furono 43 tra dirigenti e medici. Per una semplice ingessatura, si sarebbe arrivati a far pagare anche 4.000 euro. Il tutto senza fattura. E spunta anche il morto che cammina (in ambulanza). E’ il 29 gennaio 2009: un uomo, Gennaro M., affetto da obesità, ricorre al chirurgo di Villa del Sole per un by-pass gastrico in anestesia totale. Il paziente muore sotto i ferri e i medici, che lo stavano operando (secondo l’accusa) in assenza delle attrezzatura per l’emergenza, fanno trasferire il cadavere al Policlinico ngendo che ci sia una crisi respiratoria in corso. Ai parenti viene fatto credere che l’uomo sia ancora in vita. “Una vera e propria messa in scena – scrive il gip Ludovica Mancini – attuata probabilmente per mantenere il buon nome della clinica”. Al Policlinico dopo poco tempo il paziente fu dichiarato morto. “Truoveme ‘e carte, verimmo bbuono ‘e cazzi nuosti perché io non voglio scrivere insomma..”: così si rivolge Iannelli a Bruno Von Arx in una intercettazione nita negli atti dell’inchiesta, successiva alla morte di un paziente nella clinica Villa del Sole. Secondo il gip “Iannelli per evitare di dover scrivere in cartella dell’avvenuto decesso di un paziente in clinica pensava a mettere a posto le carte (cosa poi affettivamente realizzata attraverso la redazione sia della cartella clinica falsa, in cui non viene dato atto della morte del paziente)”.Il pm ha chiesto l’assoluzione nel merito per Massimiliano Mandato e per Mario Chiantera; prescrizione invece per l’imputato Marco Von Arx. Paolo Iannelli ha sempre sottolineato la propria estraneità alle accuse.