di Mario De Michele

Che Gino Pellegrino fosse, per dirla con De Niro, solo chiacchiere e distintivo si è capito a pochi mesi dalla sua elezione a sindaco di Parete. Col passare del tempo si è rafforzata la convinzione che il brano “Parole, parole” cantato magnificamente da Mina fosse dedicato al primo cittadino. Primo solo nell’apparire. Ultimo nel fare. Al punto da far rimpiangere addirittura il suo predecessore Raffaele Vitale, sicuramente poco attivo ma intellettualmente (e non solo) onesto. L’ultima trovata pubblicitaria di Pellegrino è stata il consiglio comunale aperto in piazza Berlinguer. Unico punto all’ordine del giorno: i roghi tossici. All’iniziativa sono stati invitati il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, persona seria, il sottosegretario Salvatore Micillo (5 Stelle), persona perbene, e il deputato aversano Nicola Grimaldi (5 Stelle), persona rispettabile, oltre a diversi sindaci del territorio e rappresentanti della provincia di Caserta. Ad annunciare in pompa magna l’appuntamento è stato Antonio Principato, presidente del consiglio comunale di Parete. “Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti istituzionali delle forze dell’ordine e i rappresentanti di associazioni e comitati cittadini che, con grande senso civico, si sono adoperati e si adoperano tutti i giorni per la lotta contro il nefasto fenomeno dei roghi tossici”. Bene. Ottima iniziativa. Ma… ci sono diversi ma.

Quello della data del civico consesso oggetto di polemiche lo trattiamo alla fine. Il primo che ci preme sottolineare va nel merito del problema. Le chiacchiere le lasciamo al sindaco Pellegrino. Per la lotta contro il nefasto fenomeno dei roghi tossici (parole testuali del capo dell’assise) cosa ha messo in campo il Comune di Parete? Solo fumo. Di quello però già basta e avanza quello prodotto dai roghi. Il presidente del civico consesso dimentica che tra gli attori che dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano ci sono anche gli enti locali. Nel caso specifico l’amministrazione comunale di Parete. La predisposizione della videosorveglianza e di una task force dei vigili urbani non è forse una prerogativa del sindaco e della maggioranza? E l’azione di controllo e prevenzione? Che poi in Italia il gioco dello scaricabarile sia uno di quello più praticati in assoluto questo è un altro discorso. Ma prima di chiedere l’intervento di altri bisogna fare la propria parte concretamente. Mentre il Comune di Parete la parte la sta solo recitando. Peraltro con pessimi interpreti.

Ed eccoci al “caso” della data della seduta consiliare in piazza. A mezzo social (nel mondo virtuale è nel suo habitat) il sindaco Pellegrino pubblica il seguente post: “Cari cittadini, ci tengo ad informarvi che al Consiglio comunale straordinario sui roghi non verrà ne il Ministro Costa, ne il Sottosegretario all’ambiente e nemmeno il Presidente della Regione. Ci hanno mandato le seguenti Pec. Non hanno avuto nemmeno la sensibilità istituzionale di mandare un rappresentante. In via confidenziale la funzionaria del Ministero avrebbe detto al nostro Presidente del Consiglio comunale che “non volevano prendersi le pietre”. Chest’è” (nella foto in basso). A parte che “ne il Ministro Costa, ne il Sottosegretario” si scrive con l’accento acuto (né) perché è congiunzione e non particella pronominale. Lasciamo perdere. Per Pellegrino la lingua italiana sembra essere una sconosciuta.

Il punto è un altro. Il primo cittadino si spertica per scaricare tutte le colpe sugli altri. È l’unico modo per non assumersi le responsabilità. Scorretto non vi pare? Ed usiamo un eufemismo. Non a caso Pellegrino viene immediatamente sbugiardato attraverso Fb da Rosalba Rispo, cittadina portavoce del M5S di Parete. “Le affermazioni del Sindaco vanno immediatamente replicate in quanto non veritiere e tendenziose. I rappresentanti del Governo nella persona del Ministro Costa e del Sottosegretario Micillo non hanno mai dato disponibilità per presenziare al Consiglio Comunale di questa sera (8 luglio, ndr) essendo già obbligati in altri impegni istituzionali. Assurde le affermazioni di un primo cittadino che palesano solo una polemica politica inutile per tutti”. L’esponente pentastellata chiude il post con una sintesi perfetta del “caso” alimentato ad arte dal sindaco: “Questa è follia! È cattiveria non è più politica”.

Alla follia e alla cattiveria fa da corollario l’indecente e illegale intervento sempre tramite i social di Principato. Che addirittura pubblica la conversazione privata su Whatsapp tra lui e il funzionario ministeriale. Un modo scorretto e illegittimo per giustificare sindaco, maggioranza e lui stesso per l’incapacità organizzativa oltre che politico-amministrativa. Egregio presidente del consiglio, lei è anche un pubblico ufficiale, come fa a non sapere che è vietato rendere pubbliche conversazioni telefoniche private? Serve l’autorizzazione della controparte. Che sarà mai? Diranno Pellegrino e company. Quello che conta è essere solo chiacchiere e distintivo. E già sente odore di elezioni. Chi se ne frega se i cittadini sentono ogni giorno puzza di rifiuti!

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