E’ una coppia di sostanze chiamate morfogeni a controllare la formazione dei modelli che si ripetono in modo regolare negli animali, dalle strisce delle tigri, alle macchie dei leopardi fino alle nervature del palato. Lo ha scoperto uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Genetics, che conferma una teoria formulata negli anni ’50 dal matematico Alan Turing, che nelle sue equazioni aveva previsto che questi modelli sono generati da due morfogeni che lavorano in coppia come ‘attivatore’ e ‘inibitore’.
Per testare la teoria i ricercatori britannici del King’s College di Londra hanno studiato lo sviluppo delle nervature regolarmente spaziate presenti nel palato dei topi. Esperimenti su embrioni di topi hanno permesso di individuare la coppia di sostanze che lavorano insieme per influenzare il modo in cui si formera’ ogni nervatura. I due morfogeni coinvolti in questo processo sono stati chiamati Fgf (fattore di crescita dei fibroblasti) e Shh (Sonic Hedgehog) e secondo lo studio controllano la reciproca espressione, l’attivazione e l’inibizione e quindi la generazione delle nervature. Lo studio ha dimostrato che quando l’attivita’ di questi morfogeni aumenta o diminuisce, lo schema delle nervature nel palato dei topi cambia in un modo previsto gia’ dalle equazioni di Turing. ”E’ la prima volta – sottolineano gli autori – che vengono identificati i morfogeni coinvolti in questo processo e che si osservano esattamente gli effetti previsti dalla teoria di Turing”. Secondo uno degli autori, Jeremy Green, ”strutture regolarmente distanziate, dalle vertebre, ai follicoli dei capelli, fino alle strisce di una tigre, sono un modello fondamentale della biologia”. Esistono teorie sulla formazione di questi modelli, ”ma il nostro studio – ha aggiunto Green – e’ il primo a identificare il sistema attivatore-inibitore che lavora nella generazione di strutture regolarmente distanziate, in questo caso, nervature del palato della bocca”. Inoltre, ha concluso, ”questi due morfogeni potrebbero essere utilizzati in futuro nella medicina rigenerativa per la differenziazione delle cellule staminali in altri tessuti”.