Escono dal carcere per andare a casa agli arresti domiciliari padre e genero pachistani arrestati con l’accusa il primo di aver picchiato la figlia che non voleva cedere agli abusi a cui il secondo l’avrebbe costretta. A deciderlo e’ stato il gip di Milano Chiara Valori.

Nel corso dell’interrogatorio di convalida durato circa tre ore sarebbe emerso, secondo quanto si apprende, il ‘matrimonio combinato’ e il marito della ragazza, di 26 anni che a tratti non ha trattenuto le lacrime e non parla italiano, avrebbe in sostanza riconosciuto, una volta giunto in Italia, di essersi accorto che non era desiderato. Entrambi hanno pero’ respinto ogni accusa di aver usato violenza. Violenza sessuale in concorso, e’ la contestazione del pm di Milano Gianluca Prisco. L’indagine e’ nata dalla denuncia della ragazza. Accompagnata da un amico, la ventitreenne e’ andata in questura per denunciare le violenze subite dal marito che non voleva, mentre il padre la picchiava per costringerla a cedere. Stando alle indagini, la pachistana sarebbe stata dapprima costretta a una sorta di contratto di ‘matrimonio preliminare’, dopo che gli era solo stata solo mostrata una fotografia del marito che era ancora in Pakistan. Il 4 settembre scorso, il matrimonio vero e proprio, nel Paese d’origine e l’intera famiglia aveva fatto ritorno in Italia dove sarebbero cominciate le violenze. La ragazza, a cui era stato preso il telefono cellulare, come ha raccontato, aveva chiesto aiuto all’amico, lanciandogli un biglietto. Insieme, quindi, erano andati in questura. Dopo alcune indagini, il gip di Milano ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del marito e del padre. Lo stesso gip oggi ha disposto gli arresti domiciliari. La ragazza e’ attualmente in comunita’.

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