L’intesa economica raggiunta tra la Regione Campania ed alcune strutture private sanitarie per l’emergenza Covid-19 è finita nel mirino della Corte dei Conti, che sui fatti ha aperto un’indagine. I magistrati contabili stanno verificando se i 3,3 milioni di euro erogati ai privati rappresentino uno sperpero di soldi pubblici: l’indagine è nata dopo la denuncia di una Asl campana, come riporta ‘Repubblica’. Ad eseguire le indagini sono i militari della Guardia di finanza che stanno controllando le carte dei rimborsi promessi alle cliniche private, alcune delle quali ubicate in provincia di Caserta. La Regione Campania ha assicurato, in un primo momento, il rimborso del 95% del budget annuale ai privati a condizione che aiutassero le strutture pubbliche accogliendo malati Covid. Eventualità che si è verificata, fortunatamente, per solo dieci posti letto. L’accordo iniziale prevedeva 700 euro per ogni giornata di degenza in terapia sub intensiva e 1200 per la terapia intensiva. In ogni caso alle cliniche private andava rimborsato il 95% del budget mensile indipendentemente dalle prestazioni erogate, in deroga alla normativa attuale. Percentuale che in un secondo momento è stata abbassata al 70% del budget, a seguito del decreto del governo dell’8 aprile. Dalle informazioni raccolte, però, la percentuale di rimborso sarebbe risalita di nuovo al 95% lo scorso 20 aprile. Dinamiche su cui i magistrati contabili vogliono vederci chiaro e capire se l’esborso finanziario fosse proporzionato alle esigenze della pandemia e se servisse a sostenere adeguatamente il comparto privato in un momento di difficoltà, a causa dello stop delle prestazioni.

 

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