Omicron provoca il primo morto in Gran Bretagna: la nuova variante, secondo le prime informazioni, sarebbe non solo più contagiosa della Delta ma in grado sostanzialmente di superare le difese anticorpali in chi ha già contratto il Covid o si è già vaccinato. Per questo, la terza dose è determinante. Secondo un nuovo studio dell’università di Oxford, la nuova variante produce «un calo sostanziale dei titoli neutralizzanti, misura del livello di anticorpi neutralizzanti generati in risposta alla vaccinazione anti-Covid o all’infezione Covid-19». Gli studiosi sottolineano che «questa efficacia è stata migliorata da una terza dose di vaccino». Per questo motivo, «aumentare l’aderenza alla vaccinazione fra i non immunizzati e incoraggiare alla dose booster rimangono la priorità per ridurre i livelli di trasmissione e il carico potenziale di patologia grave». Contagio o meno, è stato proprio l’Istituto superiore di sanità italiano a far sapere che dopo 5 mesi dalla seconda iniezione l’efficacia del vaccino nel prevenire il Covid scende dal 74% al 39% (anche se resta invece alta – all’84% – la copertura da forme severe della malattia). Il rischio di morte per chi non si è vaccinato, poi, è 16,6 volte superiore rispetto a chi ha avuto la terza dose. Lo studio preprint condotto all’Africa Health Research Institute, ha testato 14 campioni di plasma di 12 vaccinati, di cui 6 infettati precedentemente. Il calo di capacità anticorpale di neutralizzare Omicron rispetto al virus originale è stato di 41 volte. Due dosi di vaccino contro il Covid non sarebbero quindi sufficienti a scongiurare il contagio da variante Omicron: dalle prime analisi nel Regno Unito rispetto alle varianti Omicron e Delta si riscontra che i vaccini sono meno efficaci a fermare la nuova variante. Il cosiddetto booster tuttavia alza significativamente la protezione fino a circa il 75%. Sono stati i test effettuati in laboratorio da Pfizer/BioNTech a confermare che la variante Omicron è stata neutralizzata da tre dosi di vaccino: i dati dicono che la dose booster moltiplica fino a 25 volte gli anticorpi e garantisce un livello di protezione simile a quello osservato dopo due dosi contro il virus originale e le varianti finora conosciute. Uno studio israeliano, inoltre, rileva che due dosi di Pfizer dopo 5 o 6 mesi non danno alcuna tutela contro la variante Omicron, mentre il booster offre una protezione «significativa» contro la malattia grave.