Il Covid mette al tappeto la serie A, proprio alla vigilia di Juventus-Napoli che ogni volta fa rima con incubo. Ma stavolta difficilmente potrà esserci l’intrusione di una autorità sanitaria, nonostante i contagiati siano alle stelle e la paura anche oltre. Chiellini ieri è risultato positivo (nella Juventus è il terzo dopo Arthur e Pinsoglio) mentre il Napoli ha comunicato che Malcuit e Petagna sono in isolamento per dei contatti stretti positivi. A fare la conta degli uomini di Spalletti per la trasferta dell’Epifania, i giocatori disponibili in questo momento sono appena 10. Più i portieri. Una carneficina. Ma il pericolo di un cluster in corso nello spogliatoio azzurro è lontano anni luce. A meno che non succeda qualcosa nei prossimi giorni, si può escludere l’intervento dell’Asl. Nulla a che vedere con quello successo a ottobre del 2020 o anche pochi giorni fa prima di Udinese-Salernitana. Perché i contagiati del Napoli non hanno mai avuto contatti con altri calciatori azzurri nei giorni precedenti il loro tampone positivo. In tre sono nel proprio paese (Lozano, Osimhen ed Elmas), due isolati per la solita attività di monitoraggio che lo staff medico del Napoli fa di rientro dopo una sosta e Insigne e Fabian da oggi dovrebbero regolarmente tornare ad allenarsi dopo essere tornati negativi.
Certo, tutti vivono con enorme terrore questi giorni. Ma la Lega Serie A non pensa affatto di imitare la Lega Basket e di spostare la giornata de 6 gennaio proprio per fronteggiare questa nuova ondata. Oggi alle ore 14 c’è un consiglio in Lega ma solo per discutere dell’eventuale spostamento della Supercoppa tra Juventus e Inter in programma il 12 gennaio (in seguito alla riduzione della capienza dal 75% al 50%): all’ordine del giorno nessun rinvio della serie A. Insomma, il calcio si risveglia nel panico. Nonostante i vaccini. Il Napoli ha gran parte della squadra già con la terza dose completata: sono in attesa di completare il blooster sette calciatori. Ma solo perché hanno fatto la seconda dose meno di sei mesi fa. Non è facile barcamenarsi tra i protocolli e la legge. I calciatori del Napoli, avendo un ciclo di vaccinazione regolare, a contatto con dei positivi, possono uscire dall’isolamento dopo 5 giorni. Malcuit e Petagna, insomma, domani o martedì, faranno un molecolare che se darà esito negativo darà il via libera al rientro nel gruppo. E saranno quindi disponibili per Juventus-Napoli. La procedura è alleggerita: i test che fa il Napoli sono per fare schermatura, ma non sono più obbligatori. Dal 31 dicembre, con la squadra vaccinata (è il caso del Napoli dove non ci sono no-vax), basta la sorveglianza, ovvero verificare l’esistenza di sintomi. D’altronde, tutti hanno il super green pass tra gli azzurri. Lozano ed Elmas, pur asintomatici, dovendo arrivare da Messico e Macedonia, hanno dovuto fare i tamponi nel loro paese per prendere l’aereo di rientro. Appena risulteranno negativi, torneranno disponibili. In ogni caso, lo scenario al momento è questo: tanta preoccupazione, tanti assenti, tanta ansia, ma poche possibilità che possa arrivare un provvedimento della Asl. Unico atto che può impedire lo svolgimento di un incontro. «Se interviene l’autorità sanitaria, non possiamo farci nulla», ha spiegato il presidente della Figc Gravina, anche tenendo conto della sentenza favorevole al Napoli al collegio di Garanzia del Coni nel dicembre 2020.
Oggi farà il tampone a Lagos anche Osimhen. Anche lui asintomatico. La calcificazione dello zigomo fratturato ha bisogno di almeno un’altra decina di giorni di riposo e questo lo ha convinto a rinunciare alla convocazione per la Coppa d’Africa. È stata una scelta dolorosa, ma impossibile scendere in campo per una manifestazione così agguerrita rischiando di rimediare un’altra botta sulla ferita che deve ancora guarire del tutto. Appena il dottor Canonico lo riterrà pronto per il rientro in campo, Osimhen potrà giocare con il Napoli. Quando? L’obiettivo è rivederlo tra i convocati tra la gara con la Fiorentina in Coppa Italia e quella di Bologna. Tra i convocati, non certo pronto a giocare più di qualche minuto. Perché il suo dovrà essere un rientro a piccoli passi. Certo, non nelle battaglie della Coppa d’Africa.