La grande fatica del Napoli ci dice che non esiste un altro Napoli, non senza Osimhen, non con queste seconde linee spente dentro, scoraggiate, magari anche stanche. L’eliminazione con la Fiorentina brucia, anche se Aurelio De Laurentiis si è affrettato a chiamare Luciano Spalletti, a spiegargli che quello che conta è guardare avanti, al campionato e rialzarsi subito. Insomma, nessun dramma. La Coppa Italia è uno scivolone su cui poter passar sopra. La fine dell’emergenza è vicina, anche se ogni volta spunta un guaio nuovo: Ospina resterà fuori almeno due partite, oggi la diagnosi finale ma sia con il Bologna che con la Salernitana non ci sarà. Dunque spazio a Meret. Rientrato appena in tempo dal Covid, sennò con i viola sarebbe toccato al baby Marfella subentrare. Ospina rischia di dover rinunciare anche alle due partite della Colombia con Perù e Argentina per le qualificazione ai Mondiali in Qatar. Nessuna pausa, neppure ieri: tutti a Castel Volturno, dove Spalletti non ha nascosto il suo muso lungo evitando però di commentare la prestazione e la sconfitta di giovedì sera. La squadra ha lavorato in campo, e Luciano non li ha tenuti a rapporto. Occorre distendere la tensione: la squadra ha bisogno di ricaricare le energie ma è chiaro che contro il Bologna sarà una specie di rivoluzione, perché verso una maglia da titolare vanno Lozano e Fabian (nonostante i disastri di Coppa), Juan Jesus e Mario Rui e soprattutto Zielinski, che da ieri è negativo. Cinque, sei cambi rispetto al match con la Fiorentina, forze fresche e il ritorno di qualche titolare. E Osimhen? Ora la grande fatica di Spalletti è frenare il suo entusiasmo: si sta abituando alla mascherina realizzata in 3D e ha una voglia matta di tornare in campo. Ma la prudenza costringerà il prode Victor al ruolo che più lo innervosisce, quello di spettatore. A Bologna andrà in panchina, ma se è lì vuol dire che Spalletti è pronto a gettarlo nella mischia. Scegliendo il momento migliore. Insigne, ovviamente, continua a lavorare per conto suo: l’obiettivo è riaverlo tra i convocabili alla ripresa, nel match con il Venezia.

Assenti, dunque, solo i tre impegnati in Coppa d’Africa. Ieri Koulibaly è rimasto ancora fuori dal Senegal, ma ai suoi amici napoletani continua a mandare messaggi in cui scrive che sogna di portare la sua nazionale alla vittoria nella manifestazione. Quindi, di tornare non ha alcuna intenzione. Peraltro, proprio in nottata si sarebbe negativizzato, quindi pronto a tornare in campo nella decisiva gara con il Malawi. Oggi Spalletti entrerà nel vivo del match con il Bologna e analizzerà anche gli orrori commessi con la Fiorentina. Va valutato Zielinski: il calciatore, vaccinato e praticamente asintomatico, non dovrebbe impiegare molto tempo a tornare al top, al contrario del primo stop di un anno e mezzo fa, quando il polacco si è trascinato per qualche settimana i postumi del coronavirus. Insomma, nel posticipo di lunedì, Spalletti lo metterà tra i titolari e avrà a disposizione uomini un po’ meno contati. Una panchina con qualche soluzione. La partita col Bologna è una trappola, specie se la si affronta a quattro giorni da 120 minuti ancora nelle gambe. Per questo è scontato il turnover. Superare questa difficoltà renderebbe ancora più lecite le ambizioni di alta classifica: significherebbe che ormai il gioco di Spalletti può prescindere da quasi tutti gli interpreti. Non è complicato immaginare cosa dirà oggi Spalletti: in queste due gare vuole sei punti. D’altronde, la fase critica sta per terminare: la prossima sarà una settimana tipo e la cosa non dispiace ai muscoli e alla testa dei calciatori. Poi lo stop di due settimane, con solo Ospina e Lozano che partiranno (se i medici daranno l’ok al colombiano) e poi il via al tour de force di febbraio, dove l’uscita di scena di Coppa Italia, evita la trasferta a Bergamo con l’Atalanta, per la rivincita di un anno fa. Una brutta eliminazione che la squadra vuole dimenticare in fretta e furia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui