«È finita una fase, ora se ne apre una nuova. Al nazionale e qui a Napoli». Lo dice a chiare lettere Marco Sarracino, neo deputato, nella sua relazione durante la segreteria del partito per fare un’analisi del voto. D’altronde i dem napoletani, come altrove, sono in attesa di capire come si svolgerà la fase congressuale per avviare analogo lavoro anche a Napoli. Sarracino, infatti, anche se il suo mandato scade a dicembre 2023, eviterà di farsi consumare politicamente: terrà le redini del partito sino in primavera per evitare che rimanga senza guida. Per ora, come trapela dall’incontro di ieri sera durato circa 3 ore, c’è anzitutto la necessità di tracciare una nuova rotta. Serve, secondo il ragionamento fatto a via Santa Brigida, «una costituente delle forze del campo progressista e riformista, che quindi coinvolga tutti, partendo da chi con noi ha costruito la lista dei democratici. Ma non solo perché organizzare l’opposizione ovunque: sia in Parlamento, dove è utile ragionare con tutte le forze alternative. Ma soprattutto nella società». Poi sul congresso tutti sperano come «il percorso sia veloce ma soprattutto vero, senza ipocrisie». Comunque sia se ne parlerà nella direzione Pd di martedì prossimo dove si deciderà di mettere nero su bianco un percorso verso il congresso che ricalchi le regole nazionali. L’onorevole Piero De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, invita alla calma: «Dopo la corsa al totonomi ecco partire un dibattito surreale e fuorviante sul nome del partito. Siamo fuori strada se pensiamo di trattare come un prodotto commerciale una comunità di donne ed uomini, che da anni si impegna nel Paese, nelle Amministrazioni locali, nella società, nei circoli. Siamo la seconda forza politica in Italia. E non dobbiamo dimenticarlo. Il percorso fatto fin qui va rilanciato e migliorato. Non possiamo permetterci però né di smontare e sciogliere il Pd, come qualcuno propone, né di risolvere i problemi con semplici operazioni di marketing pubblicitario». Ma per ora ci sono necessità più impellenti come stabilire il perimetro delle alleanze in vista delle regionali del Lazio. Con il responsabile Enti Locali dei democratici, Francesco Boccia, che invita alla concretezza: «Nel Lazio con Zingaretti c’è già un’alleanza che coinvolge M5S e partiti del Terzo polo». Un invito a continuare su questa strada nonostante ieri il leader di Azione Carlo Calenda avverta: «Mai con l’M5s». «Nel Lazio già governa con i Cinque Stelle forse nemmeno se ne è accorto…», ricordano anche dal Nazareno facendo notare come l’alternativa, senza un patto con i grillini, sarebbe un remake della vittoria della destra che, pur non essendo maggioranza del paese, ha vinto perché il centrosinistra era spaccato.

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