Padre muratore, madre operaia. Non si può dire che Maurizio Lupi non abbia toccato con mano le difficoltà a sbarcare il lunario per le famiglie più deboli. Le sue origini lo hanno reso un politico concreto e attento alle dinamiche sociali e del mondo del lavoro. Nella sua lunga carriera, iniziata come amministratore locale, ha sempre tenuto la barra dritta al centro. Che, come lui stesso ribadisce ai microfoni di Italia Notizie, “non è un luogo geometrico ma un modo di intendere la politica basato sulla concretezza e sul senso di responsabilità”.
E proprio con l’obiettivo di ridare forza ai moderati prima del voto alle ultime politiche è stato ufficializzato l’accordo tra Noi con l’Italia, di cui Lupi è presidente, e Italia al Centro di Giovanni Toti. In vista delle elezioni Lupi, Toti, Luigi Brugnaro e Lorenzo Cesa presentano la lista unitaria Noi moderati con i simboli federati di Italia al Centro, Noi con l’Italia, Coraggio Italia e Unione di Centro. Lupi è il leader del raggruppamento. L’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti viene candidato alla Camera come capolista di Noi moderati nel collegio plurinominale Friuli Venezia Giulia – 01 e con il centrodestra nel collegio uninominale Lombardia 2 – 05 (Lecco), dove viene eletto con il 54,80% dei voti, superando Laura Bartesaghi del centrosinistra (24,28%) e Stefano Motta di Azione – Italia Viva (10,33%). Diventa capogruppo alla Camera di Noi moderati-MAIE. Sulla Finanziaria del governo Meloni, che ha ricevuto il placet dell’Ue, il deputato centrista non ha dubbi: “Affronta con misure efficaci il caro energia e prevede giustamente l’abolizione del reddito di cittadinanza che non ha prodotto alcun risultato sul piano delle politiche attive per il lavoro”. Centro marginale in un esecutivo a trazione di destra? “Assolutamente no”, risponde Lupi. Che come sempre si batterà per affermare le ragioni dei moderati. Ci riuscirà? Darà il massimo per centrare l’obiettivo basandosi sempre su concretezza e senso di responsabilità.
Mario De Michele
