«Voi odiate gli animali. Volete abbattere cinghiali, lupi e anche gli orsi». La lunga maratona notturna sulla manovra di bilancio ritrova un po’ di pepe sull’intervento di Angelo Bonelli contro l’emendamento leghista che declassa i lupi a specie protetta ma non più prioritaria. «Presidente ma non vede che gesti mi fanno?», protesta con il forzista Giorgio Mulè, che presiede l’aula e invita il deputato di Verdi-Sinistra Italiana ad andare avanti. «Ma presidente, gli hanno detto “vai a studiare, comunista, drogato”, protesterà un collega. Bonelli se la prende con FdI. Il capogruppo Tommaso Foti si fa paonazzo. E Donzelli, presa la parola, ricaccia indietro le accuse: «Legga chi è il primo firmatario». Finito lo scontro si ripiomba nella elencazione rapida degli ordini del giorno. Tutti respinti. Anche quello per equiparare le vittime del terrorismo a quelle di mafia. L’obiettivo è arrivare in fretta all’ok definitivo, che arriva alle 6,46. Quando la fiducia è già passata da ore. E c’è già stato anche il Consiglio dei Ministri necessario per il passaggio al Senato, dove si comincerà discutere il 27.
Manovra, la notte dei lunghi coltelli alla Camera
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