“La posizione della Commissione sul bilancio italiano resta invariata. Si è trattato di un errore di traduzione durante un’intervista tv, in cui al vice presidente Valdis Dombrovskis è stata posta una domanda specifica sul piano di bilancio italiano per il 2024. L’argomento non è stato sollevato in modo proattivo dal vice presidente”. Lo sottolinea un portavoce della Commissione Ue in merito all’intervista di questa mattina di Dombrovskis. Dombrovskis ha ribadito il parere della Commissione del 21 novembre, in cui si afferma che il Dbp non è pienamente in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023″, si spiega. “L’Italia non è in linea con le nostre raccomandazioni’. Arriva da Davos il nuovo avvertimento dell’Ue sulla manovra italiana. Autore della bacchettata è il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, l’uomo che, solitamente, si veste da poliziotto cattivo nelle valutazioni dei conti pubblici dei Paesi membri. Il suo giudizio, in realtà, non è altro che quello che lo stesso esecutivo europeo ha scritto nero su bianco a novembre. Ma, ospite di Skytg24, il commissario lo ha ribadito con una certa nettezza. Troppa, forse, in un momento in cui è la prudenza a regnare a Bruxelles. “La posizione della Commissione sulla manovra è quella di novembre, non è cambiata”, ha aggiustato il tiro in serata un portavoce di Palazzo Berlaymont. L’intervento dell’esecutivo diverse ore dopo l’intervista di Dombrovskis è servito a precisare due punti, in particolare. Innanzitutto, è stato ricordato, l’Italia non è “pienamente” in linea con le raccomandazione, che è frase meno tranchant di quella pronunciata dal commissario lettone. In secondo luogo a novembre la Commissione non ha chiesto all’Italia manovre correttive ma ha “invitato” il governo a “tenersi pronto” ad intervenire. A Dombrovskis, nel frattempo, aveva risposto anche il Mef, spiegando che non c’è nulla di nuovo nell’intervento del commissario. E ricordando la risposta di novembre del ministro Giancarlo Giorgetti: “tutto come previsto: nonostante l’eredità dell’impatto negativo di energia e Superbonus, andiamo avanti con sano realismo”. Una tempesta in un bicchier d’acqua, insomma. Almeno per ora. “Abbiamo chiesto all’Italia di intraprendere deviazioni e di rimettersi in linea”, sono state le (fin troppo nette) parole di Dombrovskis, che pure ha puntualizzato come eventuali procedure per deficit arriveranno solo in primavera. Dopo il 9 giugno in particolare. Ovvero dopo le Europee. Con un’appendice: con il voto ormai alle porte i vertici dell’Ue, a cominciare da Ursula von der Leyen (che entro il 21 febbraio confermerà o meno la sua sempre più probabile discesa in campo), si stanno muovendo usando la carota, piuttosto che il bastone, come in fondo è emerso anche su un altro spinosissimo dossier italiano, quello dei Balneari. Certo, nei palazzi brussellesi resta tangibile una certa delusione per il no di Roma alla riforma del Mes. Un no di fronte al quale la Commissione non si rassegna. “Le discussioni continuano con l’Italia. Ovviamente spetta al Parlamento italiano decidere quali sono i prossimi passi in avanti” da compiere, “speriamo di poterli vedere quanto prima”, ha, non a caso, sottolineato Dombrovskis,”. La partita, per Bruxelles, è insomma aperta. E ovviamente aperta è la valutazione finale della manovra. Dombrovskis, in fondo, ha fotografato una criticità che esiste, certificata anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio secondo il quale il governo deve essere “pronto a usare misure per le raccomandazioni dell’Ue”. L’Italia, lo scorso novembre, è stata inserita nel gruppo dei Paesi rimandati – o sotto osservazione – assieme, ad esempio a Germania, Paesi Bassi o Malta. Sono Paesi che devono essere pronti a mettere in campo correttivi adeguati. Secondo l’Ue la spesa pubblica netta dell’Italia nel 2024 aumenterà solo formalmente dello 0,9%, visto che, per effetto del superbonus, la spesa è superiore dello 0,8% rispetto a quanto raccomandato da Bruxelles. A ciò va aggiunto il dato del debito elevato e la decisione del governo – che è piaciuta all’Ue – di usare i fondi distolti dagli aiuti per il caro energia non per ridurre la spesa ma per il taglio del cuneo fiscale. “L’Italia “rispetta solo parzialmente” la raccomandazione del Consiglio relativa agli interventi di sostegno contro il caro energia”, ha ricordato l’Upb. “Preparatevi tutti, perché per il Paese – già ridotto alla crescita zero – arriverà una manovra correttiva con ulteriori tagli e tasse”, ha sottolineato il vicepresidente del M5S, Mario Turco evocando lo scenario più plumbeo per Giorgia Meloni. Nel frattempo, a rispondere a Dombrovskis ci ha pensato il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri: “Gli esami non finiscono mai, forse finisce il mandato di Dombrovskis…”.