Matteo Salvini tira dritto sul piano ‘Salva-casa’, assicura che “appena il testo sarà definito verrà presentato a tutti, e sarà un guadagno per tutti”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – interpellato a margine di un appuntamento della Lega a Torino – ha chiarito che non si tratta di “condonare abusi esterni” né “riguarda le zone sismiche, archeologiche o le ville abusive sulle spiagge”, piuttosto l’obiettivo è “di aiutare milioni di famiglie che non riescono a comprare o a vendere casa loro”. Salvini ha sottolineato che “è un problema che riguarda la maggior parte delle case italiane e sta bloccando gli uffici comunali”. E dunque “va regolarizzato: il cittadino paga, il Comune incassa, e il mercato riparte. Bisogna fare velocemente, siamo alla quinta riunione con decine di soggetti, stiamo costruendo il provvedimento insieme agli ingegneri, agli architetti, ai geometri, ai notai, alle cooperative, alle imprese, ai proprietari”. Un’interpretazione respinta dal leader della Cgil, Maurizio Landini, che senza mezzi termini parla invece della “solita marchetta elettorale” e sfogandosi dice di essersi “rotto le scatole” perché ancora una volta “uno che non ha rispettato le regole avrà il condono”. Sono tre i tipi di difformità su cui interverrà la norma salva-case. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il primo caso riguarda la difformità di natura formale, come il disallineamento tra il progetto e quanto materialmente realizzato in cantiere. La seconda categoria è costituita dalle difformità interne, come le modifiche stratificate nei decenni, ad esempio con gli spostamenti di tramezzi e le aperture di porte. Infine sono prese in considerazione le “difformità più pesanti, non sanabili per effetto del regime della doppia conformità, che richiede il rispetto di un incrocio di verifiche difficile da superare per moltissimi interventi”. Sanarle consentirebbe di legittimare lavori ormai consolidati negli anni su singoli elementi che oggi bloccano la circolazione e la ristrutturazione degli immobili, ingolfando inoltre i cassetti degli uffici comunali. La sanatoria dovrebbe riguardare non immobili del tutto abusivi, ma il condono singoli elementi come muri, soppalchi, finestre, nicchie, cornicioni, porte, balconi. Nei giorni scorsi il Mit ha riferito che “le piccole difformità o le irregolarità strutturali interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano”. Il quotidiano La Stampa parla di un rischio sul condono edilizio voluto da Matteo Salvini che potrebbe avere degli effetti sul maxi buco da 210 miliardi che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sta cercando di arginare. La piccola pace edilizia potrebbe salvare chi ha richiesto la misura, ovvero proprietari che hanno depositato la Cilas (la comunicazione di inizio lavori) come da legge e hanno pagato alla ditta almeno una fattura. Così potrebbero sbloccare il cantiere e ottenere lo sconto in fattura, senza dover anticipare un euro di ristrutturazione. A Cernobbio, il sottosegretario leghista al ministero dell’Economia Federico Freni ha detto che “certamente il rapporto debito-Pil è influenzato da alcune dinamiche, tra cui quella dei bonus edilizi, ma dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo trovato e dobbiamo fare del nostro meglio come stiamo facendo per limitare questa influenza”. Domani l’Agenzia delle entrate dovrebbe inviare i conteggi definitivi di tutti i bonus edilizi. Un passo basilare per il Consiglio dei ministri chiamato ad approvare il Documento di economia e finanziaria il prossimo mercoledì.