Tramite un post sul suo profilo Fb il sindaco di Afragola Antonio Pannone ha sintetizzato l’incontro con Aurelio De Laurentiis sul progetto per realizzare in città il nuovo centro sportivo del Napoli. “Ho fornito – ha fatto sapere via social il primo cittadino – gli opportuni aggiornamenti relativi all’avvenuta approvazione definitiva del Puc e alla possibilità di disporre di strumenti agili come la Società di trasformazione urbana per gestire con celerità la fase degli espropri delle aree interessate, che sono contigue alla stazione dell’alta velocità”. L’annuncio di Pannone ha suscitato la reazione stizzita di Raffaele Mosca, presidente dell’Afragolese. “Sinceramente vedendo quel post del sindaco sono rimasto a dir poco esterrefatto, a tratti indignato, mettetevi nei miei panni, come posso sentirmi pagando 3.660€ al mese di fitto a un gestore che in realtà non lo è, mentre il sindaco siede al tavolo con De Laurentiis, avendo il solo pensiero di espropriare terreni degli afragolesi con i soldi degli afragolesi – terreni per i quali mio nonno e quelli di altri suoi coetanei hanno sudato per ottenerli e comprarli – senza prima risolvere i problemi dello Stadio “L. Moccia” di Afragola? Il sindaco Pannone ignora i fondatori e gli attuali abitanti di Afragola, attacca la dignità e le tasche degli afragolesi”. Sia chiaro, non si tratta di alimentare una contrapposizione tra Afragola e Napoli, ma di tutelare gli interessi della squadra di calcio locale in un’ottica più ampia, in una visione d’insieme, in prospettiva futura. E soprattutto attraverso scelte condivise. Da qui il durissimo j’accuse del presidente Mosca. “Purtroppo non pensavo che sarebbe arrivato a questo punto, ma sento il dovere di dire che questo sindaco non mi rappresenta, non rappresenta affatto l’Afragolese Calcio! Non è il vero primo cittadino, non sono solo chiacchiere! Se proprio Pannone vuole fare un passo del genere, deve prima interpellare la gente, valutare prima i benefit e poi, solo dopo, si può sedere al tavolo con chi vuole. Fortunatamente, sono sicuro che il tempo sarà il giudice imparziale di queste azioni, e spero che coloro che agiscono senza considerare il bene della comunità ne affrontino le conseguenze. È impensabile – rimarca Mosca – che si prendano decisioni così importanti senza tenere conto delle esigenze locali e dei cittadini che, come me, si impegnano a contribuire alla crescita della propria città. Ci sentiamo abbandonati e inascoltati, soprattutto quando vediamo che le priorità della nostra Amministrazione sembrano alimentare altri interessi e non quelli della nostra comunità”. Il patron dell’Afragolese esige “che si faccia chiarezza su queste scelte e che si inizi a considerare il benessere degli afragolesi come una priorità assoluta”. E aggiunge: “Non siamo solo numeri segnati nella casella delle entrate del bilancio comunale. Siamo persone che amano la loro città e che vogliono vederla crescere in modo giusto e rispettoso. È ora di ascoltare la voce della comunità e di agire con responsabilità”. Mosca affonda la lama nella piaga del Puc. “Molti cittadini, dopo essersi rivolti ai politici di riferimento, credono di aver ricevuto favoritismi, ma in realtà, se qualcuno leggesse davvero cos’è il Puc, si renderebbe conto che quei presunti favori ricevuti erano probabilmente solo diritti, ad esclusione di qualche affare di famiglia o di affari imprenditoriali”. In conclusione il presidente Mosca pone una serie di domande: “Quali altri affari sono in vista per l’Amministrazione Pannone con la volontà di espropriare terreni a vantaggio del Calcio Napoli? Cosa ci nascondono? Chi ci dice che la corsa al Puc non era anche funzionale ad affari di tipo sportivo? Perché per il Sindaco Pannone viene prima il Napoli e poi l’Afragolese?”. Ecco, quesiti legittimi. Che esigono risposte concrete, non fuffa. È in gioco il futuro della città. Sono in ballo interessi economici enormi. È impensabile agire sottotraccia. Prima o poi, in un modo o nell’altro, la verità verrà a galla. Ed emergerà chi, per dirla con Brecht, tra Pannone e Mosca si è seduto dalla parte del torto.
Mario De Michele