L’avvertimento di Moody’s all’Italia, che segue di un mese il taglio di outlook decretato da Standard & Poor’s, non manca di pesare sull’andamento di Piazza Affari che risulta oggi la peggiore Borsa europea con ribassi nell’ordine dei 2 punti e mezzo percentuali con il comparto finanziario a guidare i ribassi.
Va sottolineato che Milano paga oggi anche l’effetto negativo dello stacco cedola di alcune blue chip. In particolare hanno staccato il dividendo A2a (0,06 euro), Enel (0,18 euro), Tenaris (0,21 euro) e Terna (0,13 euro). Debolezza relativa di Piazza Affari che è diventata una costante nelle ultime settimane. In particolare da inizio maggio l’indice Ftse Mib ha ceduto oltre il 12,5% dilapidando velocemente i guadagni accumulati nei primi mesi del 2011 quando proprio l’indice guida milanese si era contraddistinto come uno dei migliori performer a livello globale. Le sette settimane nere di Piazza Affari si confermano se si fa un confronto con quanto fatto registrare dagli altri principali listini continentali. Il Dax tedesco da inizio maggio ha ceduto solo 6 punti percentuali mantenendo un saldo positivo di quasi il 3% rispetto a inizio anno. Flessione di circa l’8% invece per Parigi e Madrid. A sorpresa fa lievemente meglio di Piazza Affari anche l’Athens Ase: l’indice azionario greco ha ceduto poco più dell’11%. Venerdì sera Moody’s ha messo sotto osservazione il rating sul debito pubblico dell’Italia che potrebbe essere tagliato nei prossimi 3 mesi. L’avvertimento è stato motivato dall’agenzia di rating da una serie di fattori (possibile incremento del costo del denaro nell’Eurozona, la debolezza strutturale e la rigidità del mercato del lavoro) che potrebbero minare la fragile ripresa dell’Italia. Dalle prospettive di crescita economica dipende anche il raggiungimento o meno dei target di bilancio. Cresce pertanto il pressing sul ministro delle Finanze Giulio Tremonti che con ogni probabilità anticiperà, prima dell’estate, il varo della maxi-manovra da circa 40 miliardi di euro volta a permettere il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014. In pressing sul governo anche Confindustria. Emma Marcegaglia, presidente dell’associazione degli industriali italiani, ha rimarcato oggi che è necessario agire subito approvando il prima possibile la manovra da 40 miliardi accompagnata da una serie di provvedimenti volti ad aiutare la crescita economica. Tra questi la riforma fiscale che, ha sottolineato la Marcegaglia, dovrebbe essere a parità di pressione fiscale complessiva. Nei primi 3 mesi del 2011 il pil italiano ha fatto segnare una flebile crescita dello 0,1% t/t, mentre a livello tendenziale il progresso risulta dell’1%. Venerdì il Fondo Monetario Internazionale ha ritoccato al ribasso le proprie stime di crescita sull’Italia. Ora l’economia del Belpaese è vista espandersi dell’1% quest’anno, lo 0,1 per cento meno rispetto a quanto stimato ad aprile. E’ invece rimasta stabile la previsione relativa al 2012 che è di un progresso dell’1,3%. Il debito pubblico è visto sopra il 120% del pil sia quest’anno che il prossimo. A fine maggio anche l’Ocse aveva rivisto al ribasso le stime sul pil 2011 dell’Italia (da +1,2% a +1,1%) rimarcando la necessità per Roma di continuare nello stretto controllo della spesa pubblica a cui devono affiancarsi delle riforme strutturali volte a migliorare il potenziale dell’economia. Per quanto concerne i conti pubblici, ad aprile il debito pubblico italiano ha toccato quota 1.890,6 miliardi di euro, nuovo livello record, in rialzo di oltre 22 miliardi rispetto a marzo. Sui conti pubblici sempre settimana scorsa era arrivato l’avvertimento della Bce che ha invitato l’Italia a chiarire le misure per il 2013-2014 necessarie per conseguire l’obiettivo di un pareggio di bilancio.