“Non avrei mai pensato di farle questo, ecco, ho preso la macchina, l’ho caricata in macchina e poi siamo partiti, ho provato a scuoterla, a urlarle a voce ma non rispondeva”. Sono stralci delle frasi pronunciate da Filippo Turetta, il giovane reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata, Giulia Cecchettin, durante l’interrogatorio fiume di 7 ore davanti al pm Andrea Petroni il primo dicembre 2023, nel carcere di Verona. Un documento che ieri sera è stato trasmesso su Rete4 nel corso della puntata di ‘Quarto Grado’. Giulia stava rifiutando un regalo che Turetta le aveva comprato (una scimmietta di peluche) perché stufa di questo suo comportamento “appiccicoso”. I toni si sono alzati e Turetta si è arrabbiato perché non accettava che lei volesse interrompere la loro relazione. “Avevo preso un coltello, un altro coltello dal sedile del passeggero. Entrambi li avevo presi prima e ho iniziato a rincorrerla. Ero sempre più vicino a lei e non so se io l’abbia un po’ spinta o se lei sia inciampata correndo. È caduta, mi sono abbassato sopra di lei; lei continuava ovviamente a urlare ‘aiuto’. Ho iniziato a colpirla con il coltello e le ho dato, non so, una decina, 12, non so”, continua il racconto dell’assassinio. “Volevo stesse zitta, non urlasse”, risponde alla domanda del pm su cosa volesse farle.

“Ho cercato di allontanarmi, verso la montagna, per nascondere il corpo e provare a suicidarmi”, ammette. “Mi sono fermato lì dove è stata trovata. Ho provato con un sacchetto a soffocarmi ma non ci sono riuscito… non sono molto coraggioso. Anche nei giorni successivi ci provavo ma rimandavo”. E poi il racconto dell’occultamento: “Ho preso lei, l’ho provata a nascondere, in modo che non fosse rovinato (il corpo, ndr), che fosse trovato nelle migliori condizioni”. “Ho cercato di rallentare il ritrovamento del corpo”, continua, descrivendo la fuga verso Berlino e la sosta alla stazione di servizio, dove è stato bloccato dalla polizia. “Ho chiesto di farmi arrestare”, ha detto. Ma qui il pm esprime i suoi dubbi. “Era senza benzina, senza soldi, non è che si è fatto arrestare… dopo una settimana che girovagava per l’Europa”. Negli spezzoni del video dell’interrogatorio si vedrebbe Turetta guardare sempre a terra, mentre risponde al magistrato, senza mai una lacrima. Un documento che arriva a pochi giorno dall’inizio del processo in Corte d’Assise a Venezia, lunedì 23 settembre, alla quale però la difesa ha annunciato che l’imputato non sarà presente.

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