Dopo due giorni di operazioni, la nave militare Libra è ripartita verso l’Albania, con a bordo solo otto persone. Inizialmente ne erano state selezionate nove, ma un uomo bengalese è stato giudicato troppo anziano e in condizioni di salute troppo precarie per non essere considerato vulnerabile. Sulle motovedette prima e sulla Libra poi sono state sottoposte a “pre-screening” centinaia di persone nel tentativo di raggiungere l’obiettivo di 60-70 migranti fissato a inizio missione, ma nessun altro avrebbe potuto essere trasferito nei nuovi centri albanesi, pena palesi violazioni dei criteri che il Viminale ha fissato. A bordo della Libra potrebbero viaggiare fino a duecento persone, oltre l’equipaggio e questo era l’obiettivo dichiarato del governo quando l’operazione Albania è iniziata. Ma alla prova dei fatti, solo pochissimi fra chi attraversa il mare possono essere sottoposti alle cosiddette procedure accelerate di frontiera, che sono precondizione per l’ingresso nei nuovi centri albanesi. Tutti gli altri hanno diritto ad accedere alla procedura ordinaria. Non significa che verranno sicuramente accolti, ma solo che il loro caso verrà esaminato in tempi consoni e non partendo dal presupposto che per loro non sia pericoloso il Paese da cui fuggono.
A Lampedusa arrivate quasi 1.300 persone in tre giorni
Su oltre 1.300 persone arrivate in due giorni a Lampedusa, solo otto sono maschi, adulti, soli, non vulnerabili, provenienti da Paesi sicuri. Ed eccoli a viaggiare per almeno altre 48 ore su una nave di ottanta metri, con almeno settanta persone di equipaggio. A Shengjin potrebbero arrivare all’alba domani sera o all’alba di venerdì, a quasi una settimana da quando il loro viaggio dalle coste della Libia è iniziato, ma anche questa volta tutto fa pensare che ci resteranno poco, perché – alla luce delle ultime sentenze – è assai plausibile che il loro trattenimento non venga convalidato.
Nuovo rinvio alla Corte di giustizia Ue
Nei giorni scorsi i tribunali di Roma e Catania hanno disapplicato il nuovo decreto “Paesi sicuri”, con i giudici della Capitale che si sono rivolti alla Corte di giustizia europea per chiedere di dirimere definitivamente la questione, mentre i colleghi siciliani hanno ritenuto di non convalidare i trattenimenti ritenendo che già oggi la normativa europea superi il nuovo provvedimento del governo. E nella giornata di oggi, anche il Tribunale di Palermo ha sollevato il caso di fronte ai giudici europei, chiedendo di chiarire se un Paese terzo non possa essere definito sicuro “qualora vi siano categorie di persone per le quali esso non soddisfa le condizioni sostanziali di tale designazione, enunciate nelle direttive Ue”.
Nordio: “Paesi sicuri? Valutare caso per caso”
A sorpresa, anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio sembra fare un passo indietro rispetto alla linea dura che pare aver ispirato l’ultimo decreto. “I Paesi possono essere sicuri o insicuri soltanto in parte. Non sicuri per determinate persone, individuate a seconda per esempio dei loro orientamenti sessuali”, ha spiegato, intervistato al Salone della Giustizia in corso a Roma. Per queste ragioni, ha continuato, “occorre valutare caso per caso se quelle situazioni di insicurezza riguardino il richiedente asilo”.
I migranti potrebbero essere ritrasferiti in Italia
Tutti elementi che portano a pensare che a massimo quarantotto ore dall’arrivo a Shengjin, gli otto migranti potrebbero essere ritrasferiti in Italia. In mezzo, c’è un’ondata di maltempo da affrontare. Sullo Ionio sta arrivando una perturbazione, il mare si sta gonfiando e le condizioni di navigazione rischiano di essere non ottimali anche per una nave grande e stabile come la Libra.
Magi: “Meloni chieda scusa”. Bonelli: “Propaganda politica a spese dei contribuenti”
“La grande strategia di Meloni e Salvini di contrasto all’immigrazione ha portato oggi a un nuovo enorme successo: ben 8 persone in questo momento sul pattugliatore Libra stanno raggiungendo i cpr in Albania. Siamo alle comiche, se non fosse che i cpr albanesi sono fuori dal diritto europeo e costano ben 1 miliardo di euro ai contribuenti italiani”, attacca Riccardo Magi di +Europa. “Meloni sta deliberatamente scegliendo di andare allo scontro con la ragionevolezza, con il diritto e lo fa contro ogni interesse degli italiani – sottolinea – Ammetta piuttosto il fallimento, chiuda i cpr in Albania e chieda scusa”. Per il leader dei Verdi Angelo Bonelli: “Se qualcuno aveva dei dubbi questa è la prova provata che ci troviamo di fronte ad un’operazione di propaganda politica che sperpera denaro pubblico. Un viaggio che costa ben 36 mila euro a migrante”, mentre il deputato Alfonso Colucci dei 5s afferma: “A fronte di 7 mila sbarchi nell’ultimo mese e degli elevatissimi costi di questa operazione, tutto questo risulta una vergognosa presa in giro nei confronti dei cittadini italiani”.