Ha spinto il cadavere sotto il letto nel tentativo di nasconderlo, cercando anche di lavare in maniera maldestra alcune tracce di sangue, poi ha utilizzato il bancomat della vittima in uno sportello bancario di Reggio Emilia, mentre il fratello ha venduto una catenina rubata alla vittima in un esercizio commerciale di Modena, ricavando 280 euro.

Sono alcuni dettagli emersi dalle indagini della squadra Mobile della Questura di Modena, che due giorni fa aveva arrestato due fratelli nigeriani di 23 e 20 anni per l’omicidio del maresciallo dell’Accademia militare di Modena Salvatore Spedicato, 50 anni, trovato morto venerdi’ mattina nel suo appartamento di Modena con la testa fracassata e una ferita da taglio alla gola. Un altro nigeriano, ventunenne, era stato arrestato per aver ospitato i due presunti autori dell’omicidio subito dopo il delitto e per aver occultato una parte delle cose sottratte alla vittima. I due fratelli, dopo aver accoltellato piu’ volte la vittima hanno cominciato a saccheggiare l’appartamento dagli oggetti per loro piu’ ‘allettanti’, come un tv Lcd 30 pollici, un portamonete con denaro contante, carte di credito e bancomat, le chiavi dell’auto e dell’appartamento, due cellulari, un orologio di valore e una catenina d’oro. Il giorno dopo il maggiore dei due fratelli e’ tornato nell’appartamento di Spedicato, trovando il corpo nella camera da letto e non piu’ nel corridoio. Secondo la ricostruzione della polizia il militare, con le ultime forze, era riuscito a raggiungere un altro vano dell’immobile prima di spirare. I due fratelli conoscevano Spedicato, e proprio approfittando di questa conoscenza si sono recati a casa sua con l’intento di rapinarlo, armati di coltello. Poi, dopo il delitto, se ne sono andati con il bottino.

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