NAPOLI – La Cgil e la Funzione Pubblica Cgil Napoli esprimono, in una nota, “il proprio sconcerto in merito alla decisione della Direzione Sanitaria dell’ASL NA 1 di chiudere il centro antimobbing”. “Nella nuova delibera del 27/4/2012 del direttore sanitario, infatti – precisa la Cgil – il centro non viene proprio menzionato, facendo quindi supporre che questa struttura sia poco o per nulla considerata come struttura necessaria e di elevata utilità”.
“La struttura per le psicopatologie da mobbing e disadattamento lavorativo, nato soprattutto da una esigenza sentita da parte dei cittadini e dei lavoratori, venne istituita con la delibera della Direzione Generale n 2507 del 03/07/2001 e la sua collocazione strategica all’interno del Dipartimento di Salute Mentale ha permesso lo sviluppo di specifiche competenze psicologiche e psichiatriche – dichiara il segretario generale F.P. CGIL Napoli, Salvatore Massimo – la chiusura del centro costituisce di fatto un danno grave per tutta la comunità, in quanto cancella un’importante struttura che dal 2001 aiutava le persone soggette a stress e a patologie derivanti dal mobbing, particolarmente frequenti in questi ultimi anni di crisi e di aggressione ai diritti dei lavoratori”. “Sospendere il servizio – aggiunge la segretaria della Camera del lavoro di Napoli, Rosalba Cenerelli – è l’ennesimo attacco al diritto alla salute, figlio anche di una politica che vuole far pagare la crisi ai cittadini. Quel che è certo è che lo sportello anti-mobbing e disadattamento lavorativo di Napoli ha fornito fino ad oggi un prezioso sostegno psicologico a molte persone, tanto che le richieste sono notevolmente aumentate nell’ultimo periodo, inoltre i referti rilasciati dal centro sono l’unico strumento certo che molti lavoratori possono utilizzare per intraprendere azioni legali atte a riconoscere il danno provocato da stress-lavoro-correlato”.