Il premier Mario Monti vuole presentarsi al Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno con i compiti fatti, con le carte in regola per chiedere alla Germania e ai partner uno scatto per rilanciare la crescita: per questo prima del Vertice Ue il governo varerà un decreto legge in cui entreranno tagli per cinque milioni identificati dal commissario alla spending revew, Enrico Bondi, ma anche un’ampia sforbiciata di 30 miliardi in tre anni ai budget dei ministeri.

Il ministro Piero Giarda ha oggi confermato che il dossier a cui sta lavorando Bondi porterà risparmi per cinque miliardi alle spese per acquisto di beni e servizi nel 2012 (più 8-9 per l’anno prossimo). Uno dei cinque miliardi arriverà dalla Sanità, senza incidere però nel capitolo farmaci. La cifra dovrà coprire le spese per il sisma dell’Emilia, mentre deve essere ancora deciso ufficialmente se evitare o meno l’aumento dell’Iva a ottobre. Fonti governative riferiscono che il più prudente su questo punto è il Tesoro. Ci sarà una nuova riunione del Comitato interministeriale per la spending review con Monti e Bondi, il quale porterà le proposte che costituiranno l’ossatura del decreto da varare in un Consiglio dei ministri che si terrà il 26 o 27 giugno, cioé a ridosso del decisivo Vertice europeo. Riunione che comunque, spiegano fonti del governo, non ci potrà essere martedì 19 giugno, così come da voci inizialmente circolate, dal momento che il premier sarà, a quella data, impegnato al G20 in Messico. Ma nel provvedimento ci sarà dell’altro. Martedì scorso, durante il loro incontro con Monti, Bersani, Alfano e Casini hanno detto “no” all’ipotesi di una manovra. Ed anche oggi il segretario del Pd ha espresso la propria preoccupazione che le misure della spending review non colpiscano “i ceti popolari”, cosa che farebbe calare ulteriormente i consumi interni, con conseguente calo di un Pil già in picchiata. Il Governo lavora comunque ad una manutenzione dei conti che rafforzi l’incidenza dei risparmi, in questo venendo incontro alle richieste di Alfano in aula alla Camera. Il piano è dunque quello di tagli ai ministeri per 30 miliardi in tre anni. Ciascun Dicastero concorrerebbe a tale cifra in proporzione del proprio budget, potendo poi decidere come spalmare i risparmi sui diversi capitoli di spesa. La parte dei tagli relativa al 2012 entrerebbe nel dl spending review, mentre gli interventi sul 2013 e il 2014 dovrebbero arrivare insieme alla Legge di stabilità, in autunno.

 

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