Come nel gioco dell’oca i partiti sembrano tornati al via e sulla legge elettorale torna in campo un modello ‘simil-spagnolo’ non distante da quello sul quale quest’estate Pd e Pdl sembravano sul punto di accordarsi. La mediazione, messa in campo dall’ex ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e padre del Porcellum, parte da un documento di una pagina inviato dal leghista a capigruppo e relatori nei giorni scorsi. Non si tratta di un disegno di legge scritto in forma di articolato ma piuttosto di una serie di punti “finalizzati – si legge nel testo – al superamento delle divergenze attualmente in essere tra Pd e Pdl” sulla riforma. Calderoli ha poi raccolto le indicazioni dei partiti e messo a punto una nuova bozza inviata oggi ai gruppi.
Eccone alcuni punti salienti:
– PROPORZIONALE CORRETTO – I seggi vengono attribuiti con un sistema proporzionale circoscrizionale con il metodo del quoziente e dei più alti resti (Hare) sulla base di 232 collegi plurinominali alla Camera e 116 al Senato. L’eventuale recupero dei resti viene fatto su base nazionale.
– MICRO-COLLEGI PLURINOMINALI, NOMI SU SCHEDA – I partiti si presentano sulla base di liste plurinominali brevi, in funzione del numero dei collegi, con nomi visibili sulla scheda elettorale. Il modello non precluderebbe, di fatto, le preferenze.
– PREMIO EVENTUALE – Premio alla lista o alla coalizione che supera almeno il 40% dei seggi che porta chi vince al 52% dei seggi, o se non si supera il 40%, premio del 5% dei seggi alla prima lista o coalizione. – SBARRAMENTO – Nazionale al 5%(oppure al 4%), o al 6% in un insieme di circoscrizioni equivalenti a 1/5 della popolazione. Per il Senato si prevede uno sbarramento regionale al 6%
– TUTELA MINORANZE LINGUISTICHE E DONNE – Conferma delle attuali norme di salvaguardia per le minoranze linguistiche; misure di garanzia per promuovere l’equilibrio di genere nella rappresentanza.