“Ho la netta convinzione che alcuni magistrati della procura di Palermo siano diventati oggetto e strumento di una campagna politica che va al di là di loro stessi, e nella quale essi e il loro processo sono cinicamente strumentalizzati”. A dirlo, in un’intervista al Messaggero, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, secondo cui sul conflitto di attribuzione “il senso dello Stato avrebbe dovuto indurre i magistrati a lasciar decidere la Corte senza costruire un antagonismo istituzionale”.
“Non esiste l’immunità totale per il presidente della Repubblica. Se il presidente agisce come comune cittadino, è sottoposto alle leggi come tutti i cittadini. Se agisce come capo dello Stato, può essere oggetto di indagine penale solo in caso di alto tradimento e attentato alla Costituzione”, sottolinea Violante. “Poiché nessuno ha mai contestato a Napolitano uno di questi due reati, è evidente che quelle intercettazioni erano state illecitamente acquisite. Andavano e andrebbero distrutte”.