POZZUOLI – Si inaugura venerdì 26 ottobre alle ore 19.30 presso lo spazio espositivo Stoà in Corso Vittorio Emanuele, 674 a Napoli la mostra personale ComSposizioni dell’artista capuana Anna Pozzuoli, a cura del critico Enzo Battarra.

L’esposizione, che rientra nella rassegna “design a kilometrozero”, propone dieci opere dell’artista capuana, realizzate nel corso degli ultimi mesi, oltre che la nuova collezione di gioielli, vere sculture da indossare, la cui produzione è curata dalla giornalista Maria Beatrice Crisci.

I lavori dell’artista saranno in mostra presso Stoà fino al 30 novembre.

In occasione del vernissage sarà presentato il catalogo con testo di Enzo Battarra, che così scrive: “I solidi si scompongono, anche i pensieri perdono il loro volume e si volatilizzano. Tutto diventa estremamente leggero, sospeso nel tempo, fluttuante nella memoria. Le parole scorrono sulle superfici disarticolate, illeggibili, sono fatte di scrittura pura, segnali di esistenza in vita. Questa destrutturazione tridimensionale del solido porta a incontri ravvicinati di piani, a tagli che attraversano le aree lucenti senza mai incontrare il buio. Nascono le “com-sposizioni”.

Battarra poi aggiunge: “Anna Pozzuoli lascia che la luce svolga il suo compito, accarezzando le strutture prominenti e domando i piani più spigolosi. Il solido esplode in un bagliore metallico, per poi ricomporsi come trittico a muro. La deflagrazione ha separato i volumi generando nuove sequenze formali e mentali. Sono pezzi di universi personali che raccontano storie geometriche, cadenze ritmiche fissate a parete. Ma queste pittosculture possono lasciare l’altrove, il non-luogo dove sono collocate, e incontrare un corpo, vestirlo di luci e gioie. Così anche la pelle potrà raccontare le evoluzioni della materia sonante, corrosa da un tempo immaginario. Dalla parete al corpo il viaggio è breve, è come una circolazione extracorporea senza confini, senza limiti. Scivolano i monili sui luoghi della seduzione. Sono sculture da indossare, schegge di sogni, lamine sottili percorse da brividi di colore. Sono forme docili da deporre sul calore della pelle. Per prendere vita!”.

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