L’Idv perde un altro pezzo. Dopo il capogruppo Massimo Donadi, anche il vice-capogruppo Fabio Evangelisti lascia: Ma oltre all’incarico di partito rassegna le dimissioni anche da deputato e coordinatore in Toscana. Così per Antonio Di Pietro c’é un altro tassello da riordinare. Il partito appare come un puzzle con i pezzi sparsi sul tavolo in attesa che vi sia un disegno chiaro, soprattutto sulle alleanze. E’ questo il vero nodo da sciogliere.
Di Pietro ha promesso una “rivoluzione dell’Idv”, assicurando che il partito rimarrà nel centrosinistra ma si tratta – secondo i suoi antagonisti interni – di “promesse vaghe e contraddittorie”. Donadi, invece, chiede un passo verso il Pd e raccoglie il malcontento di chi nel partito è rimasto deluso dai risultati poco incoraggianti in Sicilia (meno del 3% seppur con un raddoppio dei voti in termini assoluti): si punta il dito contro la scelta di isolamento con il Pd. Accuse alle quali l’ex pm ribatte dicendo che è il Partito Democratico ad aver isolato l’Idv. Evangelisti con le sue dimissioni punta apertamente a smuovere il partito dalla sua empasse. L’ex vice-capogruppo alla Camera fa riferimento “all’ultima riunione dell’Ufficio di Presidenza” che ha indetto per dicembre una assemblea generale ed invoca “una nuova fase costituente” per “costruire un nuovo soggetto politico”. “Per fare ciò – spiega – servono energie fresche e grandi entusiasmi”. Insomma, un passo indietro fatto per indicare la strada anche al leader del partito. Di Pietro sceglie la via del silenzio e non interviene. Ma la mossa di Evangelisti (che pur spiega che la sua “posizione è diversa da quella di Donadi”) spiazza i colleghi dell’Idv. Appresa la notizia, alcuni deputati del partito organizzano una riunione in una appartata e piccola sala al quarto piano di Montecitorio. Una riunione alla quale “per opportunità e correttezza” non partecipano né Donadi né Di Pietro . Bocche cucite all’uscita: qualcuno si lascia andare a qualche battuta, altri sottolineano che Donadi è ancora nell’Idv. Nessuna decisione, tutto rinviato all’intergruppo serale nel quale Di Pietro e l’ex capugruppo si affrontano faccia a faccia per la prima volta davanti a tutti i parlamentari dell’Italia dei Valori. E’ li che Donadi si gioca le sue ultime carte. Un attacco disperato. Più di qualche collega del deputato veneto, a microfoni spenti, si dice certo che “Massimo lascerà il partito”. Altri si azzardano a prevedere che lo farà “domani”. Nessun rischio, probabilmente, per il mantenimento del gruppo alla Camera: pur scendendo sotto la quota di 20 deputati necessaria per l’iscrizione ai gruppi di Montecitorio, infatti, il regolamento e la prassi prevedono che il presidente dell’Aula possa accettare una deroga per la sua formazione. In ogni caso, il puzzle dell’Idv è sempre più complesso. Di Pietro dovrà dimostrare di essere capace di riordinare i pezzi. E l’assemblea di dicembre è alle porte.