Nella serata di ieri 15 Novembre 2012, i Carabinieri del Reparto Operativo di Salerno e della Compagnia di Battipaglia, a conclusione di prolungate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno diretta dal Procuratore Dottor Franco Roberti hanno tratto in arresto il boss Sabino De Maio, trentaquattrenne, pluripregiudicato, latitante da luglio 2012 in quanto inseguito da un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dalla Sezione Riesame del Tribunale di Salerno.
De Maio, che annovera numerosi precedenti per reati in materia di armi e stupefacenti, rapina, estorsione ed altro, ha iniziato giovanissimo la sua carriera criminale sino a divenire un elemento di spicco del clan camorristico “Giffoni-Pecoraro-Renna”, egemone nella Piana del Sele in particolare nei comuni di Battipaglia, Eboli, Montecorvino Rovella e Capaccio. Temuto per la sua indole violenta e la sua spregiudicatezza, negli ultimi anni, approfittando del “vuoto di potere” venutosi a creare nella zona a causa delle recenti operazioni di polizia giudiziaria condotte che hanno disarticolato e smembrato il citato clan, ha avuto la capacità di radunare attorno a se alcuni “fedelissimi” ed altri delinquenti della zona già organici all’anzidetto clan, ponendosi a capo, quale promotore ed organizzatore, di una associazione per delinquere di stampo camorristico emergente ma già da tempo egemone nella zona a sud del Capoluogo, dedita in particolar modo alla commissione di estorsioni ad imprenditori della zona, ma anche a reati in materia di armi, incendio ed illecita concorrenza, il tutto con l’aggravante specifica prevista dall’articolo 7 del Decreto Legislativo 152/1991 (aggravante prevista per chi commette delitti punibili con pena diversa dall’ergastolo al fine di agevolare associazioni a delinquere di stampo mafioso-camorristico di cui all’art. 416 bis).
Il DE MAIO, già sottoposto dapprima all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e successivamente al regime detentivo degli arresti domiciliari per effetto di aggravamento di misura, ha scelto la soluzione della latitanza allo scopo di sottrarsi alla imminente carcerazione quale conseguenza dell’andamento sfavorevole delle vicende processuali che lo vedevano coinvolto.
E’ iniziata quindi una serrata ed implacabile caccia all’uomo che si è estesa anche al di fuori del territorio della Provincia. Le indagini, coordinate dalla dottoressa Rosa Volpe della Procura di Salerno anche con strumentazioni all’avanguardia, si sono concentrate su quello che necessariamente sarebbe dovuto essere il circuito di alimentazione e sostegno per la latitanza con aggressione sistematica di tutti coloro che, direttamente o indirettamente, ne hanno fatto parte, non trascurando inoltre tutte le attività economiche ed imprenditoriali dove l’organizzazione reinvestiva i capitali illecitamente accumulati,
La svolta si è avuta nella serata del 15 novembre quando il ricercato è stato individuato alla guida di una utilitaria nella zona a sud della città, nel quartiere Fuorni. Non si esclude che lo stesso stesse andando a costituirsi..