“Prendo atto e rispetto la decisione; e ne sono comunque decisamente soddisfatto: il duplice proscioglimento deciso dal Gup di Napoli testimonia la vistosa infondatezza delle contestazioni che sono state escluse. Del resto già nell’immediatezza lo stesso Tribunale per il Riesame aveva analogamente escluso che ricorressero indizi di colpevolezza in relazione all’imputazione di concorso in falso ideologico”. Così l’on. Nicola Cosentino (Pdl) commenta la decisione del Gup di Napoli che ieri ne ha disposto il rinvio a giudizio per corruzione, ma lo ha al tempo stesso prosciolto per gli altri capi di imputazione.

“Per quanto – aggiunge Cosentino – l’accurata analisi dei materiali investigativi svolta nelle memorie difensive già consentisse di evidenziare che il mio coinvolgimento nella complessa vicenda del centro commerciale di Casal di Principe non ebbe alcun collegamento con l’approvazione delle relative pratiche amministrative né con la concessione dei finanziamenti bancari, la natura dell’udienza preliminare – filtro a maglie larghe – ha indotto il GUP a decidere per un proscioglimento soltanto parziale. Un po’ mi ha sorpreso, tuttavia, la decisione del GUP nella parte in cui è stato invece deciso il rinvio a giudizio in relazione alla ulteriore ipotesi della presunta corruzione dei funzionari dell’ufficio tecnico”. E ciò, spiega l’ex sottosegretario ed ex coordinatore del Pdl campano, “da un lato perché la Corte di Cassazione, dopo aver scrutinato oltre 600 pagine di ordinanza cautelare e circa 200 pagine di provvedimento del Tribunale del riesame, aveva annullato la contestazione, rilevando come non fosse stato indicato un solo fatto, diverso da illazioni o deduzioni, che potesse ritenersi ‘indizio’; dall’altro perché l’imputazione per corruzione risulta funzionalmente connessa a quella di falso. L’assurdo logico giuridico che ne deriva è che sono stato rinviato a giudizio per una ipotesi di corruzione dei funzionari finalizzata a far compiere a costoro dei falsi e poi sono stato prosciolto dall’accusa di concorso nei falsi che questi stessi funzionari, proprio in conseguenza del mio illecito intervento, avrebbero posto in essere. Tale discrasia – sottolineata anche dalla Corte di Cassazione – è stata portata all’attenzione del Tribunale per il riesame in sede di rinvio dopo l’annullamento della Suprema Corte, ma il Tribunale, pur avendo celebrato l’udienza da circa due mesi, non ha – ad oggi – ancora depositato la sua decisione”. “Affronterò il processo con piena fiducia nell’operato dei giudici e massimo spirito di collaborazione, certo che sarà provata la mia assoluta estraneità ai fatti oggetto di accertamento, inclusa l’ipotesi di tentato reimpiego di capitali illeciti, che viene posta a mio carico – è il caso di ribadirlo – non perché mi sia stata mai contestata alcuna condotta di riciclaggio, ma soltanto perché, secondo l’accusa, sarei stato lo sponsor politico dell’intera iniziativa imprenditoriale (promossa e gestita, si badi, a partire dal 2002 da un soggetto che soltanto nel 2007 otterrà il mio numero di telefono) e dunque oggettivamente responsabile anche degli sviluppi eventuali e futuri che essa avrebbe potuto avere”, conclude Cosentino.

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