Pier Luigi Bersani per ora può festeggiare solo il grande successo della partecipazione: le primarie del centrosinistra hanno visto circa 3,1 milioni di votanti e code, anche se ordinate, per tutta la domenica ai seggi. Ma il segretario Pd dovrà aspettare un’altra settimana, ed un ballottaggio che si annuncia agguerrito, per sapere se sarà lui il candidato premier del centrosinistra o se invece toccherà a Matteo Renzi guidare la coalizione.
Al ballottaggio Bersani arriva in vantaggio di circa nove punti. Anche se ancora non sono disponibili i dati ufficiali dello spoglio. “Hanno votato circa 3 milioni e centomila cittadini. Bersani è al 44,9%, Renzi al 35,5%, Vendola al 15,6%, Puppato al 2,6% e Tabacci all’1,4%. Questi dati possono avere solo minime variazioni: forse manca qualche sezione in Umbria e a Milano, ma già ieri si poteva discutere più o meno con gli stessi numeri”, dice in mattinataNico Stumpo, coordinatore nazionale delle primarie del centrosinistra, ad Agorà, su Rai3. Sin dal primo mattino del 25 novembre si capisce che la sfida per la premiership avrà grandi numeri: alle 11 hanno votato già 940 mila persone, come comunica tempestivamente il comitato di Renzi, attentissimo al dato della partecipazione perché più gente vota più, nelle previsioni, il sindaco di Firenze ha chance di vittoria.
Ai seggi, al nord come al sud, si formano file nonostante i 100 mila volontari ma non c’è il caos temuto alla vigilia. Bersani è tra i primi ad andare a votare, accompagnato da moglie e figlie. Un po’ di emozione gli fa scordare di ritirare il certificato ma non di commentare l’alto afflusso: “Oggi è una festa, la contesa è finita”. Le stesse parole di soddisfazione arrivano dal principale sfidante Matteo Renzi, che ha deciso di sciogliere la tensione dell’attesa partecipando alla maratona di Firenze e rimandando al pomeriggio il momento del voto, che gli costerà una fila di oltre due ore e mezzo. Nichi Vendola, come Bersani, attendono l’esito in famiglia. I seggi restano aperti oltre l’orario di chiusura e al comitato per le primarie, una sorta di Viminale per l’occasione, sale la tensione.