Altro che messaggio per la Giornata della pace. L’anatema del Papa contro i matrimoni tra gay è una vera e propria dichiarazione di guerra. I “tentativi” di rendere il matrimonio “fra un uomo e una donna” “giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione” – ha tuonato Benedetto XVI – sono “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.

Incredibile. Secondo il pontefice, l’amore tra due persone dello stesso sesso, eventualmente sancito da un matrimonio, sarebbe una sorta di attentato alla pace. Parole pesanti come macigni che, a nostro parere, offendono la dignità umana di tantissime persone che sognano di coronare con il matrimonio il loro sogno d’amore. Parole inaccettabili per qualsiasi Stato civile. Parole da Santa Inquisizione. Che scavano un solco ancora più profondo tra i Palazzi grigi e sordi della Chiesa e la gente comune (cattolici e non).

Evidentemente il Papa ha le idee un po’ confuse sui concetti di amore e odio, di pace e guerra, di verità e bugia. Forse non ha ancora analizzato in chiave critica gli anni bui (per fortuna lontanissimi) durante i quali la religione cattolica veniva imposta spargendo il sangue di milioni di persone. La violenza verbale di Benedetto XVI fa venire i brividi e riporta la Chiesa nel girone infernale dell’intolleranza dogmatica e teologica. Che peccato, questo sì mortale, commesso nella Giornata della pace.

Eppure, nel suo messaggio il Papa avrebbe potuto cavarsela con una frase semplice semplice: “Fate l’amore, non fate la guerra”. Un po’ banale? Forse sì, ma almeno avrebbe evitato una figuraccia.

cyrano

 

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