La situazione politica in Grecia è sempre molto fluida: è quanto risulta da due sondaggi d’opinione condotti uno dalla società Marc per conto del quotidiano Ethnos e l’altro dalla società Rass per conto del giornale Elefteos Tipos.

In base alle ricerche, i greci non si fidano dei politici e chiedono in modo molto chiaro cambiamenti radicali del sistema politico del Paese tramite la creazione di nuovi partiti oppure con l’impegno politico di volti nuovi nel governo e nella pubblica amministrazione. Secondo il sondaggio della Marc, l’84,1% degli intervistati si dichiara insoddisfatto dal sistema politico attuale contro appena il 2,4% che si dice soddisfatto, mentre l’81,4% risponde che il 2013 sarà l’anno dei cambiamenti del sistema politico grazie alle fratture nei vecchi partiti e alla nascita di nuovi e di altre coalizioni fra partiti. Più della metà dei greci, il 54,5%, ritiene che nel Paese le cose andrebbero molto meglio se si formassero nuovi partiti. Un dato molto significativo è che il 23,8% dei cittadini chiede ai partiti politici di mettere nei posti chiave dell’amministrazione “professionisti che hanno avuto successo”, il 20,5% vorrebbe l’impegno politico di intellettuali e il 20,1% quello di tecnocrati. Il 64,4% dei greci, in base al sondaggio della Marc, sono pessimisti per quanto riguarda l’anno nuovo durante il quale, dicono, la situazione peggiorerà ancora. Secondo i dati della Rass, il principale partito d’opposizione Syriza (sinistra radicale) continua ad occupare il primo posto nelle preferenze della gente con il 25,5% contro il 24% del partito conservatore Nea Dimokratia (ND) guidato dal premier Antonis Samaras, che viene comunque preferito come miglior primo ministro rispetto al leader di Syriza Alexis Tsipras. Il 73,8% degli intervistati dalla Rass ha detto di ritenere che Syriza non sia ancora pronto ad assumere la guida del Paese. Impressionante il dato secondo cui il 41,7% degli intervistati si è detto “simpatizzante” di Syriza. Per il 45,7% degli intervistati, infine, il governo attuale è il più adatto per affrontare la crisi economica contro il 23,7% che preferirebbe Syriza.

 

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