NAPOLI – Sarà in scena alla Sala Assoli di Napoli, da martedì 15 gennaio 2013 alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 20), Soprattutto l’anguria di Armando Pirozzi, la nuova creazione scenica del regista Massimiliano Civica, con Diego Sepe e Luca Zacchini.
Presentato da Atto Due e Compagnia Massimo Civica, l’allestimento, programmato nella stagione teatrale della Fondazione Salerno Contemporanea, si avvale dei costumi a cura di Daniela Salernitano, le luci di Gianni Staropoli.
Con Soprattutto l’anguria, Massimiliano Civica porta in scena un testo di Armando Pirozzi dai tratti surreali, cinicamente grotteschi, dove nulla è come sembra e tutto si mostra come non potrebbe essere.
Il testo racconta il complicato tentativo di un uomo di ristabilire un dialogo con il proprio fratello. La difficoltà della relazione emerge sempre più evidente dall’ostinato silenzio dell’altro, che trasforma questo tentativo in un paradossale monologo, in cui, lentamente, anche se mai in modo esplicito, si comprendono quali siano i profondi motivi dell’uno per continuare a parlare e i profondi motivi dell’altro per insistere nel silenzio.
Tutto ha inizio in India, dove un padre assorto in meditazione cade in una trance irreversibile. La madre, in Africa e in piena crisi religiosa, appresa la notizia fa il segno della croce al figlio. Domiciliata in un lussuoso igloo in Antartide, la sorella prepara una torta dopo aver reagito con un lieve soprassalto.
Restano loro, i due fratelli, a doversi confrontare con il corpo paterno, lontano e congelato in un frigorifero, né vivo né morto. Un dialogo, ambientato in una casa immersa nella giungla, e fatto dai discorsi dell’uno e dai silenzi in cui l’altro si rinserra sempre più. Divani a forma di seno, cantanti incapaci, soldi e povertà, ricordi e buchi neri della coscienza, storie così vere da sembrare inventate, scandiscono una pulsazione scenica ineluttabile, dove un universo surreale rischia di divenire specchio del presente.
Prosegue, con quest’allestimento, la felice sinergia tra Massimiliano Civica e il drammaturgo contemporaneo Armando Pirozzi con la messa in scena di un testo profondamente teatrale. Un’altalena di stati d’animo e di sensazioni che investono lo spettatore, si mescolano e si confondono in un gioco estenuante a rimbalzi tra il bisogno irrefrenabile di parlare e il silenzio ostico ma necessario.
E’ stata la dimensione teatrale, fatta di parole e silenzi che chiamano la scena, ad aver attratto Civica, che per questa mise en scéne punta a pochi ed essenziali elementi scenografici, ritrovando due attori con cui ha già collaborato. Un lavoro sul testo e nel testo, come nello stile tutto personale del regista, e dove la frase, il discorso e la sua assenza tornano a trovare peso e spazio.
E forse questa emozione aleggia nel silenzio che alla fine sommerge i due afflitti fratelli, ormai chiaramente incapaci di sfondare il muro che li separa, ma forse ancora in grado di essere partecipi di un turbamento che riecheggia qualcosa di più grande di loro.