La polizia pakistana e le forze paramilitari sono state allertate oggi a Karachi, la piu’ grande citta’ del paese, dopo che le violenze etniche e politiche hanno hanno fatto in tre giorni almeno 70 morti.

I negozi e le pompe di benzina sono chiusi, e i trasporti pubblici fermi dopo che il maggiore partito politico di Karachi, il Movimento Muttahida Qaumi (Mqm), ha annunciato un giorno di lutto per gli eccidi. ”Abbiamo ordinato alle forze di sicurezza di sparare contro chiunque sia coinvolto nelle violenze”, ha detto il ministro per l’informazione della citta’, Sharjeel Memon: ”oltre alla polizia e ai ranger, verranno dispiegati a Karachi 1.000 agenti della guardia di frontiera (forze militari, ndr) per controllare la situazione”. In questi tre giorni di scontri etnici e politici, decine di persone sono rimaste ferite. E fra le vittime, ha detto Memon, ”ben 37 sono state uccise ieri”. A Karachi, dove vivono circa 18 milioni di persone, vige da molto tempo un odio politico, etnico, religioso e settario. Nella citta’ hanno operato anche membri di Al Qaida.

 

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