Sul futuro della chiesa aleggiano gli italiani che sperano di poter reclamare il papato: dopo la partenza di Benedetto XVI dal Vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone ha assunto l’autorita’ operativa sulla Chiesa durante l’interregno, ma lo stesso Bertone ”per molti rappresenta la disfunzione della gerarchia Romana e il pericolo di riempire con troppi italiani il governo della Chiesa universale”.
Lo scrive il Washington Post in un lungo articolo, in cui si afferma che ”l’ultimo anno di Benedetto e’ stato oscurato da indiscrezioni che hanno mostrato prelati italiani impegnati in guerre e battaglie per influenzare il governo italiano”. Allo stesso tempo, il giornale sottolinea che fino all’ elezione di Giovanni Paolo II nel 1978, per 455 anni di seguito papi italiani hanno guidato la chiesa. E ”ora gli scandali che hanno afflitto il tedesco Benedetto si profilano anche sui candidati italiani che sperano di poter reclamare il papato”.
Ma mentre c’e’ vasto consenso sul fatto che il cattivo governo e’ stato un peso per la chiesa, ben diversa e’ il consenso sui modi per risolvere la questione. ”Un altro papa italiano contaminato dalla cultura italiana potrebbe esacerbare il problema? O un papa italiano immerso nello stile politico del suo Paese potrebbe sistemare la Curia?”, si chiede il giornale, che fa poi dei riferimenti ai rapporti del Vaticano con i maggiori esponenti politici italiani. In particolare il cardinale Bertone, che definisce un sostenitore di Silvio Berlusconi, mentre il cardinale Bagnasco riteneva che ”i modi del miliardario bunga bunga fossero incompatibili con la Chiesa”.
”Per molti anni, continua il Post, il sostegno della chiesa e’ stato necessario per governare l’Italia. Ma ”alle elezioni della settimana scorsa il candidato preferito del Vaticano, Mario Monti, e’ stato sconfitto, mentre l’influenza di Berlusconi e’ stata invece confermata e un partito di protesta guidato da un comico ha sorpreso l’Italia ottenendo un quarto dei voti. La possibilita’ di un governo antagonista e’ uno dei motivi per cui in Vaticano si sostiene che gli italiani sono sempre stati necessari”, per mantenere buone relazioni. ”Il prossimo papa potrebbe non essere italiano – conclude il giornale – ma il governo che parla italiano e che lui guidera’ probabilmente lo sara’ ancora”.