“Con l’M5S il confronto è possibile”, ma se salta l’accordo è meglio tornare alle urne, “e senza passare per abbracci disperati come il governissimo Pd-Pdl”. Intervistato da Repubblica, il leader di Sel Nichi Vendola dice no a un’intesa con il centrodestra e all’ipotesi di un governo tecnico, perché “di Monti ne abbiamo già avuto uno e può bastare”.
Per Grillo adesso “non è facile passare da movimento di protesta a classe dirigente”, per cui bisogna andare “piano” e non si devono “bruciare le tappe”, spiega Vendola. “Non ci sono alternative: dobbiamo convivere col terremoto politico. Ma invece di vederne solo le macerie, io propongo di coglierne anche le novità e le possibilità”. L’Italia, aggiunge, è a un “passaggio pericoloso ma promettente: senza risposte immediate alle pene e ai dolori del Paese, la crisi sociale tenderà a trasformarsi in crisi democratica, il populismo tracimerà a destra”. I grillini “esprimono la rivolta contro le politiche di austerità, incarnano una rivoluzione contro l’arroganza e lo strapotere di vecchia politica e lobby finanziarie”, rileva Vendola, secondo cui “é il momento di avanzare una proposta di riformismo audace che colga l’essenziale del cambiamento, tradurla in agenda e vedere l’effetto che fa con Grillo”. “Grillo non ha solo il diritto di rallegrarsi della vittoria elettorale ma anche il dovere di sentirne tutta la responsabilità. Non può tirarsi da parte, gridare al grande inciucio per sperare di lucrare voti”, sottolinea il governatore pugliese, che al leader dell’M5S dice: “sei di fronte ad un bivio, dicci se vuoi impegnarti in una sfida per una trasformazione radicale del nostro paese oppure se anche tu coltivi il vizio vecchio del politicismo”. Nell’intervista Vendola interviene anche sull’assenza del vincolo di mandato dei parlamentari prevista dall’art.67 della Costituzione. “Mi piacerebbe provare a spiegare a Grillo che si tratta di una garanzia per gli elettori e non certo di una ‘circonvenzione'”, dichiara.