“Ho chiesto a Patrizia D’Addario tre milioni di euro di danni perché mi sono sentito danneggiato da alcune sue dichiarazioni”. L’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini commenta così la richiesta di risarcimento che la escort barese intende chiedere come persona offesa nel processo sulle escort che Tarantini ha portato tra il 2008 e il 2009 nelle residenze dell’allora premier Silvio Berlusconi.

“Una storia vecchia di qualche anno” accenna Tarantini, facendo riferimento ad un procedimento civile in corso ma senza entrare nei particolari, mentre lascia il palazzo di giustizia di Bari dopo aver assistito all’udienza del processo in cui è imputato insieme al fratello Claudio, al coordinatore regionale de ‘La Puglia Prima di Tutto’, Tato Greco, e a tre ex primari ospedalieri pugliesi, con le accuse di associazione per delinquere, corruzione e falso. Tarantini si dice anche “preoccupato” per i numerosi processi in cui è imputato: “però bisogna combattere”, spiega. Tarantini tornerà in aula il prossimo 15 aprile quando è prevista la requisitoria del pubblico ministero, Lidia Giorgio. Secondo l’accusa, dal 2001 al 2004, i vertici delle aziende ospedaliere pugliesi sarebbero stati influenzati nell’acquisto dei prodotti sanitari commercializzati dalle società dei fratelli Tarantini, oggi per la prima volta entrambi in udienza ma seduti a banchi diversi, ognuno al fianco del proprio difensore.

 

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