Il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Arezzo, durante un controllo presso un’industria meccanica di Poppi (Ar), ha riscontrato che le acque reflue provenienti dal ciclo industriale, contenenti sostanze pericolose, anziche’ essere convogliate nelle apposite cisterne di raccolta e successivamente smaltite, venivano sversate direttamente sul terreno circostante le cisterne stesse.

Alcuni campioni del terreno contaminato sono stati prelevati dall’Arpat, che provvedera’ ad analizzarli per individuare qualita’ e quantita’ delle sostanze nocive presenti. Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno inoltre rilevato la presenza all’esterno e all’interno dei capannoni industriali di numerosi cumuli di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi abbandonati da anni. Si tratta di oltre 300 metri cubi di materiali di vario genere, tra cui sabbia e talco esausti, traversine ferroviarie, secchi di sostanze chimiche corrosive e di vernice, pneumatici, onduline e materiali plastici. I cumuli di rifiuti e l’area dove venivano sversate le acque reflue industriali sono stati posti sotto sequestro. E’ scattata quindi la denuncia alla Procura della Repubblica per la titolare della fabbrica e per il responsabile della societa’ proprietaria del terreno dove sorge lo stabilimento. I due dovranno rispondere di scarico non autorizzato di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, e abbandono di rifiuti speciali pericolosi. Rischiano l’arresto fino a 3 anni.

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