Un filone di indagini riguardante i rapporti tra l’Ilva di Taranto e la Regione Puglia è al vaglio degli investigatori della Guardia di finanza che nei giorni scorsi hanno ascoltato alcuni politici e dirigenti regionali.

E’ quanto si legge in un articolo pubblicato oggi da ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’. I finanzieri in una informativa acclusa alla documentazione che ha portato all’arresto del portavoce del siderurgico Girolamo Archinà scrivono – si legge sul quotidiano – che “la Regione Puglia, invece di imporre misure urgenti atte a monitorare in continuo le emissioni dell’Ilva, di concerto con i suoi vertici cercava di ricorrere ad escamotages, quali l’attivazione di ‘tavoli tecnici’, al fine di far guadagnare tempo all’industria nella realizzazione delle strutture di monitoraggio in continuo delle emissioni e, dall’altra parte, consentire alla stessa Regione Puglia di non apparire inoperosa sul fronte ambientale agli occhi dell’opinione pubblica”. I militari della Guardia di finanza hanno ascoltato, come persone informate sui fatti, politici e funzionari regionali. Tra questi, il dirigente dell’assessorato all’ambiente Antonello Antonicelli il quale, secondo indiscrezioni, “avrebbe rivendicato – si legge sempre nell’articolo – la legittimità del suo operato e di quello della giunta regionale, a partire dal presidente Nichi Vendola che, a dire dell’ingegnere che proprio il leader di Sel ha voluto alla Regione, sarebbe stato estraneo alle trame dell’Ilva”.

 

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