La Corte Suprema indiana ha inviato oggi una comunicazione all’ambasciatore d’Italia a New Delhi, Daniele Mancini, chiedendogli di non lasciare il paese senza autorizzazione e di presentare entro il 18 marzo un memorandum che riassuma la sua posizione riguardo agli impegni presi di garantire il ritorno dei marò in India entro il 22 marzo prossimo.
Cosa che non avverrà, dopo la decisione del governo italiano assunta nei giorni scorsi. Simili comunicazioni, si è appreso, sono state inviate attraverso la nostra rappresentanza diplomatica anche a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che si trovano in Italia dove stanno usufruendo del permesso di quattro settimane concesso dalle autorità indiane. Una corte presieduta dal presidente del massimo tribunale, Altamas Kabir, ha reagito in questo modo all’iniziativa giudiziaria avviata da Subramanian Swamy, presidente del partito Bjp (centro destra) il quale ha chiesto che si prendano azioni contro l’ambasciatore italiano per “oltraggio alla Corte”. L’11 marzo l’Italia ha annunciato che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone restavano in Italia perché il governo italiano riteneva l’India colpevole di violazione dei suoi obblighi in base al diritto internazionale, proponendo formalmente al governo di New Delhi l’avvio di un dialogo bilaterale per la ricerca di una soluzione diplomatica del caso. Oggi la Corte ha però risposto che l’ambasciatore ha “violato” la “dichiarazione giurata” da lui firmata il 9 febbraio a garanzia del ritorno dei marò precisando che la questione sarà esaminata in una udienza martedì prossimo, in cui l’ambasciatore d’Italia non ha l’obbligo di presentarsi. La limitazione imposta a Mancini ha sollevato una delicata questione di immunità diplomatica protetta dalla Convenzione di Vienna del 1961, alla luce anche della dichiarazione del ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid che oggi, dopo aver discusso della questione con il premier Manmohan Singh, ha assicurato che “l’ordinanza della Corte nei confronti dell’ambasciatore italiano sarà fatta rispettare”.