Tra 72 ore si cambia registro e nasce un governo di coalizione o si va al voto. In un vertice ristretto ad Arcore Silvio Berlusconi avrebbe ribadito la linea dura, chiedendo ai saggi nominati dal Colle di fare presto e presentare proposte concrete entro la settimana.
Non mi faro’ prendere in giro da nessuno, non c’e’ piu’ tempo da perdere, dicano subito cosa vogliono fare, va ripetendo in queste ore il Cavaliere, preoccupato da possibili imboscate al momento della elezione del nuovo capo dello Stato. L’ex premier e’ convinto che sia pronto un piano targato Pd-M5S-Monti per tagliarlo fuori dai giochi e per questo vede con sospetto il lavoro dei due gruppi indicati da Giorgio Napolitano. Gia’ seccato dalla conferma a palazzo Chigi del governo Monti, che (a suo dire) non ha mai ottenuto la fiducia del nuovo Parlamento, il leader pidiellino avrebbe invitato i suoi a non farsi mettere in trappola. Se ora Bersani pensa di eleggere il nuovo presidente della Repubblica insieme a Grillo, oppure facendo sponda con i montiani, tenendo ai margini la coalizione dei moderati che tutti i sondaggi danno in vantaggio, si tratterebbe di uno strappo violentissimo e probabilmente senza ritorno, sarebbe stato il ragionamento dell’ex presidente del Consiglio. L’interventismo di Berlusconi sarebbe stato frenato dalla cautela imposta dalle ‘colombe’ che fanno capo a Gianni Letta (da sempre cinghia di trasmissione con il Colle e mediatore nei momenti piu’ delicati). Il Cav, raccontano, sarebbe stato pronto forzare la mano (qualcuno dice che venerdi’ era tentato di presentarsi al Quirinale per chiedere chiarimenti a Napolitano), ma alla fine avrebbe desistito, almeno per qualche giorno. Resta, infatti, sempre valido l’ultimatum lanciato oggi a Bersani per bocca di Angelino Alfano: ”Se questo stallo prosegue perche’ il Pd pensa piu’ alla fazione che alla Nazione, c’e’ solo la strada delle urne gia’ a giugno prossimo”.