La delusione di Latorre e Girone, tornati in India, è “un ulteriore, grave peso sulla coscienza per coloro che lo hanno deciso”. Intervistato dal Messaggero, l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi esprime “fortissima solidarietà” ai due marò e accusa: “ho fatto solo da parafulmine. Troppe cose sono avvenute alle mie spalle”. Il racconto di Terzi parte dal 15 febbraio, quando la nave su cui si trovavano i due fucilieri di Marina, in rotta per Gibuti, é tornata indietro. “La Farnesina ha avuto la prima comunicazione tra le 4 e le 5 ore dopo la segnalazione all’ armatore.
La nave era già in rada, circondata da battelli, costretta ad attraccare”, dice. “Quando l’ho saputo, ho suggerito di non farlo, ma senza alcun titolo considerando la linea di comando sancita dall’accordo di Confitarma con la Difesa. Noi siamo stati solo il parafulmine”. La decisione di far tornare i due marò in India è “fortemente ingiustificata e sbagliata”, ribadisce Terzi. “L’inviato speciale del presidente del Consiglio, Staffan De Mistura, aveva valutato le assicurazioni indiane così convincenti da far decidere per l’immediato rientro in India. Io invece mi aspettavo, dopo la riunione del Cisr, che fossero un elemento di trattativa non da risolvere in 6 ore ma in 24, magari oltre la scadenza del 22”, spiega. Però “mi è stato detto che l’inviato speciale, nominato dal premier a mia insaputa visto che l’ho appreso a cose fatte, le giudicava idonee sulla non applicabilità della pena di morte”. “Ci fosse anche una sola probabilità su mille di pena capitale, saremmo fuori dal dettato costituzionale”, rileva l’ex ministro, secondo cui “avremmo dovuto negoziare anche altre condizioni, come l’avvio di una consultazione bilaterale”. Nonostante le dimissioni, Terzi assicura che farà “di tutto per riportare i due marò a casa. Ci penso da quando mi alzo la mattina a quando finisco la giornata”. Quanto all’insinuazione che le dimissioni siano state dettate da uno fine politico, “é un attacco scorretto”, chiosa. “Io non mi sono candidato alle ultime elezioni, altri nel governo lo hanno fatto, altri hanno fatto anche di più…”.