SALERNO – Tassi d’interesse fino al 4000 per cento all’anno, un giro d’affari illegale intorno ai due milioni di euro. E’ il giro d’usura scoperto dai carabinieri che hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso, dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, nei confronti di un commerciante ed un pregiudicato, entrambi di Montoro Superiore (Avellino) e di un direttore di un istituto di credito di Fisciano (Salerno).
I tre sono indagati per associazione associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di usura, riciclaggio ed estorsione. Nell’inchiesta avviata dai carabinieri della compagnia di Mercato San Severino (Salerno) nel giugno del 2010 risultano indagate altre tre persone, tra cui due cassieri di banca. Venivano aperti conti correnti ad aziende e commercianti in difficoltà economica, ritenuti non piu ‘affidabili’ dal sistema bancario. In questo modo l’organizzazione guadagnava la fiducia delle vittime che però in seguito non gestivano di fatto i movimenti sui conti correnti. All’atto dell’accensione dei conti l’organizzazione provvedeva a anticipare alle vittime la metà degli importi di assegni post datati, incassando in cambio fino alla restante metà. Nel corso delle perquisizioni effettuate sono stati sequestrati numerosi documenti, dopo gli accertamenti di natura patrimoniale e contabile effettuati dal nucleo ispettivo della Banca d’Italia. Concedeva nullaosta per conti correnti a commercianti e imprenditori inaffidabili: figura anche un ex direttore di banca, Matteo Romano, di 46 anni, tra le persone fermate nell’ambito del giro d’usura da 2 milioni di euro, con tassi d’interessa fino a 4000 per cento all’anno, scoperto dai carabinieri nel Salernitano. Fermati anche il presunto “deus ex machina” dell’organizzazione, il commerciante Rocco Ravallese, e un pregiudicato, Antonio De Maio, entrambi irpini e di 46 anni.