Il tribunale di Berezniki, nella regione di Perm (Urali), ha respinto la richiesta di liberta’ condizionata per Maria Aliokhina, una delle due Pussy Riot che stanno scontando due anni di campo di lavoro per l’ormai celebre performance anti-Putin nella cattedrale di Mosca, nel febbraio 2012. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.
I giudici hanno accolto la posizione dell’accusa e dei responsabili del centro di detenzione, secondo i quali la ragazza ha violato le regole di comportamento in carcere e non merita la scarcerazione anticipata. L’udienza si e’ svolta senza la presenza della Aliokhina, a cui era stato negato il permesso di partecipare in aula, ne’ del suo legale, Irina Khrunova, alla quale la sua assistita ha proibito di rappresentarla in tribunale in segno di protesta.
Proprio per questi ultimi sviluppi del suo caso, “Masha” ha rifiutato di prendere parte all’udienza in collegamento video e ha annunciato, ieri, l’inizio di uno sciopero della fame in carcere. I giudici le hanno assegnato un avvocato d’ufficio, Yevgeny Bardin. La Khrunova ha gia’ annunciato che la difesa fara’ appello contro una decisione ritenuta “illegittima e infondata”. La madre di Masha, Natalia, ha detto a Radio Liberty che quella di oggi “e’ sembrato piu’ un braccio di ferro politico che un’udienza”. “E’ chiaro che il tribunale non era interessato al comportamento della condannata – ha aggiunto – perche’ con molta probabilita’ la decisione era stata gia’ presa in precedenza”.
A favore della scarcerazione di Maria e della sua compagna Nadia Tolokonnikova si e’ espresso oggi anche Paul McCartney in una lettera rivolta alle autorita’ russe. “Accettare questa richiesta invierebbe un messaggio molto positivo a tutte le persone che hanno seguito il caso”, ha scritto il musicista come riporta il suo sito web.