La situazione economica del Pd “é drammatica” e con l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti diventa “inevitabile” il ricorso alla Cassa integrazione per i 180 dipendenti. Lo ha detto il Tesoriere Antonio Misiani incontrando oggi i dipendenti.

Durante l’incontro, avvenuto nella sede del Pd di sant’Andrea delle Fratte e che ha avuto momenti di tensione, Misiani ha spiegato che già nel 2012 (il bilancio dovrà essere approvato a giugno dalla Direzione) chiuderà in passivo. Infatti nel luglio scorso il Pd, così come tutti i partiti, rinunciarono in favore dei terremotati dell’Emilia alla rata annuale del finanziamento, l’ultima della legislatura 2008-2013. In più, sempre la scorsa estate è stata approvata la nuova legge sul finanziamento dei partiti che dimezzava i fondi. Guardando al futuro, Misiani ha illustrato a grandi linee la legge che sarà varata domani dal Consiglio dei ministri: la rata di quest’anno è salva e arriverà regolarmente a luglio, dato che il taglio dei Fondi pubblici sarà azzerato non subito bensì in tre anni, sostituito dal meccanismo del 2 per mille e dalle contribuzioni volontarie. Queste però “difficilmente”, ha ammesso Misiani, colmeranno il vuoto dei soldi pubblici. A quel punto sarà “inevitabile” il ricorso agli ammortizzatori sociali, tra i quali il Tesoriere del Pd ha nominato due volte la Cassa integrazione ed una volta il contratto di solidarietà. Per la prima, ha spiegato, si cercherà di allungarne il tempo di durata. Ma in prospettiva, ha aggiunto, suscitando agitazione in tutti, si deve pensare ad una diminuzione del numero degli attuali 180 dipendenti, tra i quali si contano sulle dita di una mano quelli in età prepensionabile. Misiani ha escluso i licenziamenti ma non ha indicato alternative precise.

 

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