Non avete mai fatto nulla di buono in vita vostra e vi sentite dei perdenti? Bene, per voi c’è un futuro luminoso nel Partito democratico. Basta possedere alcuni requisiti basilari. Uno: non aver mai lavorato. Due: aver perso sempre le elezioni. Tre: aver bussato con il cappello in mano alle porte giuste. Non ci credete? Chiedete conferma ad Andrea Orlando, Enzo Amendola e Pina Picierno.
Il loro invidiabile curriculum parla chiaro. Orlando, da commissario provinciale, ha contribuito ad affossare il Pd di Napoli. Amendola, ineguagliabile segretario regionale, ha ucciso e sepolto il partito campano. Picierno, in qualità di parlamentare casertana, si è diligentemente prodigata per distruggere il partito di Terra di Lavoro. Un lavoro(?) certosino che ha prodotto risultati andati ben oltre le più rosee(?) aspettative.
Ma per fare carriera nel Pd non basta solo aver fatto danni. Serve un’altra dote rara: non essere mai stati eletti. Se non sei un perdente, ti conviene cambiare partito. Tra i Democratici non hai futuro. Guai a vincere, peggio ancora portare voti. Sei rovinato. Ti cacciano, o non conti nulla. Un rischio che Orlando, Amendola e Picierno non correranno mai. Loro sono imbattibili quando si tratta di giocare a perdere. Ed è giusto, anzi sacrosanto, premiarli.
Orlando merita, eccome, un posto da ministro. Ad Amendola spetta di diritto una poltroncina in Parlamento, senza passare attraverso le primarie (quando le vinceva!?). Alla Picierno non si può negare la riconferma alla Camera, ottenuta con il terzo posto alle parlamentarie, grazie ai voti di Gennaro Oliviero (Psi) pilotati da Roma.
E due come Amendola e Picierno li vuoi liquidare con due miseri posti in Parlamento? Sacrilegio. Due perdenti così dove li trovi? Neanche a cercarli col lanternino. Due allergici alla vittoria come loro, nel Pd vanno valorizzati. Come? Con la nomina nella segreteria nazionale. Al Partito democratico piace “perdere facile”. E con Orlando, Amendola e Picierno si va sul sicuro. Good bye, vittoria alle elezioni. Per sempre.
cyrano