“La linea resta una: evitare l’aumento dell’Iva. Quel punto in più sarebbe un colpo terribile a un Paese piegato, a famiglie che faticano, a imprese che non ce la fanno”. Lo dice in un’intervista ad Avvenire il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, sottolineando che il governo sta discutendo “su come riuscirci, non sul ‘se’ riuscirci”. “E poi – aggiunge – non c’é solo l’Iva. Abbiamo preso un impegno sull’Imu e c’é una disperata necessità di misure per l’occupazione giovanile.

Tutto non si può fare, bisogna individuare la priorità, bisogna capire che le risorse sono quelle che sono ed è il momento di fare scelte”. La priorità a suo avviso è “evitare che un disoccupato o un lavoratore che campa con mille euro al mese sia costretto a fare i conti con questo punto in più di Iva. Non è possibile e non è giusto”. “Dobbiamo affrontare l’emergenza – aggiunge – e rinviare la scadenza di luglio a fine gennaio 2014. Poi, nella legge di stabilità con un quadro macro-economico aggiornato, verificheremo una copertura strutturale che consentirà la cancellazione”. Una ricetta contro la disoccupazione “non esiste”, prosegue, “esiste solo una ricetta per rilanciare la ripresa. Se vogliamo contrastare la disoccupazione dobbiamo ridare forza all’economia, dobbiamo sostenere gli investimenti, far tornare a correre i consumi, restituire potere d’acquisto alle famiglie. Almeno a quelle più in difficoltà”. Il taglio dell’Irpef, aggiunge, “serve eccome, serve una riduzione. Anzi sarò ancora più netto: è una priorità. Ma se non si aggrediscono i nodi strutturali non si risolvono i problemi”.

 

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