Indesit non ha nessuna intenzione di lasciare l’Italia e non vuole procedere a licenziamenti. Ad oltre un mese dallo scoppio della bolla sul futuro degli stabilimenti del gruppo, nell’ennesimo giorno di protesta dei lavoratori, è la famiglia Merloni, per bocca di Antonella, presidente della holding Fineldo che controlla l’azienda, ad uscire allo scoperto e a fornire le sue rassicurazioni. “L’attenzione da parte della famiglia ai territori dove Indesit opera è, come da tradizione, altissima”, affermano i vertici aziendali.
Quindi nessun timore sia per l’impianto di Fabriano, dove Indesit è nata, conserva e manterrà la sua sede centrale, le attività di ricerca e sviluppo e parte della produzione, che per quelli di Comunanza e Caserta, dove l’azienda “continuerà a produrre elettrodomestici”. La determinazione a non lasciare l’Italia e a non voler procedere con licenziamenti c’é ed è “reale”, assicura Antonella Merloni, ma altrettanto reale, puntualizza, “è la necessità di Indesit di agire tempestivamente per ridare adeguata competitività alle produzioni”. Il presidente auspica quindi che nel confronto con i sindacati si possa raggiungere “un accordo sostenibile”. Parole che arrivano nel tentativo di placare la protesta, ormai quasi ininterrotta, degli operai contrari al piano presentato il 4 giugno scorso che coinvolge 1.425 dipendenti in tutta Italia. In mattinata i primi a far sentire la loro voce sono stati quelli dello stabilimento di Teverola-Carinaro nel casertano. Lo sciopero attuato è stato di due ore per turno e i lavoratori hanno anche interrotto le attività nell’area utilizzata come magazzino dall’azienda. Scioperi a gatto selvaggio anche nello stabilimento Indesit di Albacina per rallentare il ciclo produttivo, in attesa della mobilitazione e dello sciopero generale indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uil Uilm per venerdì 12 luglio. Ad essere coinvolti non saranno solo i lavoratori metalmeccanici dei 5 siti produttivi italiani Indesit, di Melano e Albacina (Ancona), Comunanza (Ascoli Piceno), Teverola e Carinaro (Caserta) ma anche delegazioni di lavoratori del settore elettrodomestico dei maggiori gruppi nazionali tra i quali Whirlpool, Electrolux e Candy, mentre abbasseranno le serrande anche i negozi e gli esercizi commerciali della cittadina marchigiana. Il tutto in vista della seconda riunione del tavolo presso il Ministero dello Sviluppo economico il 16 luglio a Roma. “La sostenibilità di un accordo passa attraverso le assunzioni di responsabilità dell’impresa, del sindacato e dei lavoratori. Il piano Indesit ha una sola responsabilità, quella di soddisfare gli azionisti e la holding della famiglia Merloni, calpestando il lavoro e la dignità dei dipendenti Indesit, distruggendo socialmente il territorio marchigiano”, è la replica alla nota di Merloni da parte di Fim Cisl Marche.